Sei mesi con pena sospesa a due dipendenti del Comune di Bastia Umbra per la tragedia del 15enne Antonio Perrella

Il giudice ha condannato gli imputati insieme all’ente a risarcire la famiglia per 120 mila euro

di Francesca Marruco
PERUGIA Sei mesi con pena sospesa e non menzione. Finisce così in primo grado il processo con l’accusa di omicidio colposo per due dipendenti del Comune di Bastia Umbra, finiti sul banco degli imputati per la tragica morte di Antonio Perrella, il 15enne che l’8 agosto del 2015 morì schiacciato dal palo della rete di un campetto di beach volley di Bastia. Per quella morte assurda, la Procura di Perugia – il sostituto procuratore titolare delle indagini è Mario Formisano – aveva indagato dapprima e chiesto di processare poi tre dipendenti del Comune, ritenuti, vario titolo, responsabili per la mancata manutenzione dell’area. Gli imputati erano tre, per due di loro, il giudice ha emesso -come richiesto dal pm – una sentenza di condanna a sei mesi, mentre per il terzo, anche in questo caso come sollecitato dalla Procura è arrivata l’assoluzione. Nello specifico, il capo del servizio infrastrutture del Comune di Bastia Umbria e il responsabile dei lavori pubblici sono stati condannati anche in solido col Comune -citato in giudizio come responsabile civile – al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti della famiglia di 120 mila euro. I genitori di Antonio si erano costituiti parte civile con gli avvocati Andrea Giugni e Giuseppe Giliberti. Gli imputati invece erano assistiti dagli avvocati Francesco Falcinelli e Andrea Menichetti. Nel corso della requisitoria, il pm aveva detto che “su quella struttura nessuno ha mai passato nemmeno una mano di vernice”, il palo era costruito male e si è infradiciato; purtroppo quando i ragazzi per scherzare si sono arrampicati è venuto giù e il povero Antonio è morto. Ilpm aveva parlato di un’area “abbandonata” che invece “doveva essere recintata o messa in sicurezza”. Il Comune, stando agli accertamenti aveva acquisito quello spazio che in origine sarebbe stato costruito da un privato.
Ma non era mai stata collaudata o sottoposta a manutenzione e quel palo della rete para palloni su cui Antonio si era arrampicato, dagli iniziali millimetri era sceso a 1,5, e si era spezzato, piegandosi sul povero ragazzino.

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