Per la famiglia il 21enne sarebbe stato ucciso perché aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. L’avvocato Gatti: «Si è difesa, lo dicono le perizie»

di Luca Fiorucci

PERUGIA Si apre domani l’udienza preliminare per la morte di Samuele De Paoli, trovato senza vita la mattina del 28 aprile in un campo di Sant’Andrea delle Fratte. Per la morte del 21enne è accusata di omicidio preterintenzionale Patrizia Pinheiro, transessuale 45enne. Le viene contestato l’omicidio preterintenzionale, ipotesi inizialmente derubricata dalla Procura della Repubblica di Perugia, ritenendo che la pressione esercitata dall’indagata sul nervo vago sia stata casuale, in un contesto di difesa da un’aggressione. Ma il fascicolo era stato avocato dalla Procura generale che, dopo ulteriore attività investigativa, aveva ritenuto esserci gli elementi per ipotizzare l’omicidio preterintenzionale. Per la famiglia, però, la ricostruzione della morte di Samuele non è completa. Secondo i familiari, assistiti dall’avvocato Marilena Mecchi, il ragazzo potrebbe essere stato ucciso anche altrove e portato dove è stato rinvenuto. Ucciso non in una lite dovuta a disaccordi sulla prestazione sessuale, ma perché aveva visto qualcosa che non doveva vedere. Ucciso forse, sempre secondo i familiari, in un contesto in cui ci potrebbero essere state altre persone. Per questo hanno chiesto che vengano analizzati alcuni reperti trovati nell’auto del ragazzo: preservativi usati e tracce di Dna maschile sul volante. Insomma, con l’udienza preliminare a carico di Pinheiro il giallo sulla morte del 21enne di Bastia non si sarebbe risolto. Evidenziando alcune conclusioni dei consulenti collegiali, che evidenziano come, per esempio, sul collo di Samuele si rilevino segni di afferramento ma senza ecchimosi, che la morte sia sopraggiunta per effetto dello schiacciamento del nervo vago con il pollice, in un riflesso automatico della falange, ma senza segni di asfissia, ha ricordato come la tragica morte di Samuele sia avvenuta, in un contesto di difesa da parte di Patrizia, da una violenta aggressione, come riporta la documentazione medica. «Io non so se la mamma di Samuele potrà mai darsi pace o dare un senso a questa storia, ma credo fermamente che Patrizia non sia in alcun modo responsabile per la morte di Samuele; per questo ho il diritto e il dovere difensivo di sostenere questa mia fondata convinzione. Fondata alla luce di innegabili evidenze probatorie. Patrizia porterà per sempre con dolore il terribile ricordo di quella sera».

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