Si chiude la super-fiera: 420 stand in rappresentanza di duemila aziende Ansideri: «Evento centrale per l’imprenditoria agricola e agrozootecnica»

BASTIA UMBRAA Umbriafiere è il giorno conclusivo dell’edizione 54 della Mostra nazionale dell’agricoltura, dell’alimentazione e della zootecnia che ha richiamato anche quest’anno una gran folla. Esposizione forte degli oltre 420 stand in rappresentanza di 2mila aziende in quello che è divenuto anche «Polo delle Carni Italiane». «La manifestazione – dice Stefano Ansideri, presidente di Umbriafiere Spa – si conferma come uno dei momenti centrali per l’imprenditoria e l’industria agricola e agrozootecnica nazionale, un evento capace di attirare addetti ai lavori e pubblico davvero da tutta Italia». «La affermazione di Agriumbria quale ‘Polo delle Carni Italiane’ – hanno ricordato il presidente A.I.A. Roberto Nocentini e il direttore generale Mauro Donda – è un’operazione fortemente voluta dalla nostra associazione e da altre associazioni di primo piano del comparto bovino da carne, quali Anabic e Anacli, oltre che da Umbriafiere. Qui, ad Agriumbria, tutti possono toccare con mano la abissale differenza che c’è tra una zootecnia di eccellenza, distintiva, sana, di qualità e frutto del lavoro di generazioni di allevatori italiani ed un’operazione nata dalla volontà di pochi istituti di ricerca e multinazionali che hanno sentito ‘odore di business’ nel proporre qualcosa spacciato per soluzione salva-ambiente». Ieri, in occasione del convegno Cia Umbria dedicato all’agricoltura umbra, è intervenuto Patrizio La Pietra, Sottosegretario all’agricoltura. «Gli interventi realizzati dalla Pac in questi ultimi decenni non hanno contribuito al miglioramento del comparto agricolo nazionale in quanto si tratta di misure che privilegiano maggiormente l’aspetto ambientale, che non quello legato ai redditi degli agricoltori» ha detto fra l’altro La Pietra. Maurizio Baglioni

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