Accordo tra azienda e sindacati Non chiudono gli altri due stabilimenti
PERUGIA – Petrini-Mignini potenzia in Umbria e non chiude i siti di Modugno a Bari e quello di Caifana a Napoli. La decisione è stata presa dopo l’incontro che si è svolto per tutta la giornata di ieri. A Bastia Umbra arriverà la produzione del confezionato. I sindacati sono riusciti ad ottenere nello stabilimento umbro cinque posti di lavoro. Ma il fatto forse pù importante, dal punto di vista sociale, è che i licenziamenti da 42 sono scesi a 31. Di questi, 12 sono pensionabili e l’incentivo, per queste persone è di 6mila euro mentre sale a 12mila per quelli che non andranno in pensione. “In sostanza – conferma Ivano Comotti, segretario nazionale della Flai-Cgil – si è trovata la soluzione con un compromesso anche se siamo riusciti a ridurre il numero dei licenziamenti. L’azienda, però, è stata poco elastica sul tema dei redditi”. Il sindacalista parla, dunque, di compromesso ma in linea di massima non può che essere soddisfatto. “Senza dubbio dal punto di vista negoziale perché abbiamo salvato gente sull’orlo del licenziamento. Onestamente più non si poteva fare. Perché i vertici aziendali dovevano essere meno rigidi sull’accompagnamento al reddito”. Il gruppo Petrini-Mignini resta sempre più Umbria baricentrica per quanto riguarda sia la produzione che la direzione commerciale. E per fortuna non chiudono due stabilimenti in regioni come appunto la Puglia e la Campania dove il problema occupazionale rappresenta, da sempre, una vera e propria piaga sociale. “L’azienda – conclude amaramente il segretario nazionale della Flai-Cgil Comotti – non ha accompagnato in modo adeguato l’impatto sociale soprattutto per i due siti del Sud Italia”.
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