IL CASO
BASTIA UMBRA Ancora prima dell’inaugurazione ufficiale, piazza Mazzini mostra già segni di trascuratezza. La nuova pavimentazione, fiore all’occhiello del progetto di riqualificazione del cuore
cittadino, appare infatti con difetti di posa evidenti e materiali non uniformi. Lastre di travertino annerite, stuccature imperfette, deiezioni animali non rimosse, chiazze di olio e cornici dei chiusini arrugginite restituiscono un’immagine tutt’altro che all’altezza di un’opera costata oltre 3 milioni di euro di fondi Pnrr, cui si aggiunge un ulteriore stanziamento comunale. Il cantiere avviato dalla precedente amministrazione e concluso da quella attuale è durato quasi mille giorni. La pavimentazione in travertino, materiale scelto per conferire pregio e uniformità, mostra macchie, fessurazioni e una posa irregolare. In diversi punti le stuccature risultano carenti, mentre la superficie appare già sporca e usurata. A chiedere chiarezza è la lista civica Bastia Popolare secondo cui il problema non è solo estetico, ma anche di metodo, di controlli e di responsabilità: «Il livello realizzativo non può essere così basso». La lista chiede spiegazioni
all’assessore ai Lavori pubblici Marcello Rosignoli: «Sono stati effettuati sopralluoghi accurati durante i lavori? Sono stati rilevati e corretti i difetti esecutivi? Esistono atti formali che documentino le verifiche e le eventuali richieste di intervento?». Bastia Popolare invita inoltre la giunta comunale a prevedere, nel bilancio 2025–2027, risorse specifiche per la manutenzione e la pulizia periodica della piazza, da eseguire con macchinari e prodotti adeguati. «Un’opera così costosa e simbolica – sottolinea la lista – non può essere lasciata all’incuria e all’improvvisazione». Pur non presente in consiglio comunale, Bastia Popolare annuncia che continuerà a vigilare sulla gestione dei fondi Pnrr, definendoli «un’occasione preziosa ma anche una grande responsabilità ». «L’impiego di fondi pubblici – conclude la lista – deve tradursi in opere durature, di qualità, e davvero degne della città».
Massimiliano Camilletti
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