Il sindaco sull’alleato ribelle
BASTIA UMBRA — E’ finita la prima fase «idilliaca» della giunta Lombardi, durata oltre nove mesi dal suo insediamento. Ad evidenziare questa situazione è stato il Consiglio comunale di martedì pomeriggio, che si annunciava di assoluta tranquillità, ma che si è infuocato in seguito allo ‘strappo’ dei comunisti italiani, usciti dall’aula insieme alle minoranze. Il ‘casus belli’ è stata la contestazione della chiusura del sabato mattina degli uffici municipali da parte del capogruppo del PdCi Massimo Geoli, indignato per una decisione che danneggerebbe, secondo lui, quei cittadini, soprattutto lavoratori dipendenti, che sceglievano il sabato mattina per recarsi agli sportelli del Comune. Ferma e indignata la replica del sindaco Francesco Lombardi che ha accusato i consiglieri «aventiniani» di scarsa responsabilità: «Il nuovo orario, deciso in giunta, attiene all’organizzazione dell’ente. E’ quindi grave che qualcuno l’abbia preso a pretesto per sfogare situazioni politiche di carattere regionale, che nulla hanno a che vedere con la città, credendo evidentemente di mettere in difficoltà la giunta, mentre invece si è trattato di un gesto che ha dimostrato lo scarso rispetto nei confronti di cittadini e istituzioni». I lavori dell’assemblea sono proseguiti grazie alla presenza dei consiglieri Ds e della Margherita. I Comunisti italiani, scontenti per la scarsa attenzione verso il candidato locale del partito nella tornata regionale, non hanno ancora «digerito» la ripartizione degli incarichi comunali. Il sindaco, però, ha rintuzzato l’attacco e sta ora ai consiglieri del PdCi trarne le conseguenze. Quanto alle contestazioni di irregolarità del capogruppo della CdL Fabrizio Masci sulla prosecuzione dei lavori del Consiglio, il presidente dell’assemblea Andrea Tabarrini (Ds) respinge ogni accusa ritenendo il suo operato in linea con il regolamento.
m.s.
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