BASTIA Era stato adottato dalla Giunta Bogliari
L’istruttoria è stata lunga Quattro progetti Dibattito annoso alla prova dei fatti
BASTIA — Potrebbe diventare operativo nel giro di poche settimane il Piano del centro storico adottato un paio d’anni fa dall’amministrazione comunale del sindaco Bogliari. Il Piano, infatti, è passato all’esame della Provincia di Perugia, che ha il controllo sugli atti programmatori urbanistici dei Comuni. L’istruttoria della pratica è stata lunga, al di là della sua complessità, e si è conclusa con un sostanziale assenso e qualche importante raccomandazione, ma a quanto pare senza bocciature. I quattro progetti più rilevanti sono stati mantenuti, all’interno del Piano e precisamente quelli relativi al recupero e alla ristrutturazione della palazzo Franchi nella piazza centrale, l’area con giardino lungo via Veneto, la ricucitura urbanistica in via della Rocca a ridosso del monastero benedettino e la possibilità di trasformare i volumi da industriali in residenziali e servizi dell’ex Spigadoro. Su tutta la normativa che, con la costituzione di una Commissione speciale, dà facoltà al Comune di autorizzare interventi di trasformazione dei fabbricati all’interno dell’Insula, la Provincia suggerisce di soprassedere e inserire gli interventi nella revisione del Piano regolatore generale, che è tra gli adempimenti della giunta Lombardi. Di questi temi e delle procedure da adottare nel prossimo futuro si è parlato ieri in una riunione dei partiti della maggioranza di centrosinistra chiamati a sciogliere i nodi, perché questo piano, a sua tempo presentato come la chiave di soluzione per i rilancio del centro, prenda forma e concretezza. Si vuole evitare, in particolare, che il dibattito, aperto sul tema-centro storico da oltre 20 anni, rimanga solo una buona intenzione.
m.s.
VARIANTE — La variante adottata dal Consiglio comunale per la sistemazione di via Andrea Costa in località Bastiola non basta a risolvere i problemi. Lo rileva il consigliere di Forza Italia Antonio Bagnetti, il quale ha osservato che il piano, per una spesa di 300mila euro, non affronta il problema della rete fognaria e dell’acquedotto, di cui la zona è ancora sprovvista. «Andava consultata l’Ato, che è l’ente cui spetta la realizzazione di queste opere. Una grave omissione — sostiene Bagnetti — che ora va comunque colmata».
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