Bastia: 30 anni di iniziative natalizie tra commercio, cultura e comunità Un appello per il rilancio commerciale e sociale della città
BASTIA UMBRA Ho ricevuto una telefonata in cui mi si chiedeva di partecipare alla riunione sulle iniziative per il Natale 2025 a Bastia. Ho accettato volentieri: in trent’anni ho partecipato e contribuito a molte edizioni del Natale bastiolo e forse chi mi ha chiamato pensava che potessi offrire qualche spunto utile.
Nella mia carriera da Presidente della Confcommercio di Bastia, è la prima volta che vedo alla riunione per le iniziative natalizie un Assessore alla Cultura, che spiega quello che ha pensato di fare per il Natale 2025, finora ne avevo visti solo al Commercio, c’era, ma non è stato il protagonista, come ci si aspetterebbe.
Confesso che sono rimasto sorpreso: ero ancorato all’idea che il Natale fosse principalmente un evento commerciale, con una augurabile componente culturale di contorno.
Invece, ai commercianti è stato proposto di trasformarlo in un “evento culturale”, senza, tra l’altro fornire particolari e dettagli indispensabili per chi deve organizzare il proprio lavoro in vista del periodo più importante della propria attività.
E perciò mi domando se questa opzione sia davvero realistica e risolutiva.
Ho ascoltato tutti gli interventi con attenzione, ma non posso tacere quando sento dire che “gli eventi fatti finora non hanno lasciato nulla”.
Dal 1986 al 2015 ho partecipato in prima persona a decine di iniziative che credo meritino di essere ricordate, non per nostalgia, ma per comprendere ciò che Bastia è riuscita a costruire.
Nel 1986, con il Consorzio degli Operatori del Centro Storico — di cui sono stato ispiratore e animatore insieme a circa cento attività commerciali, artigianali e di servizi — abbiamo avviato le luminarie natalizie su tutto il territorio comunale e organizzato le prime iniziative imitate dai centri vicini.
Con il presidente Susta abbiamo anche incontrato i dirigenti di Sviluppumbria per proporre progetti di animazione commerciale innovativi, giudicati allora troppo “visionari” dalle amministrazioni dell’epoca.
Poi sono arrivati anni difficili: nel 1997, il terremoto naturale e quello economico — l’apertura dell’Ipercoop di Collestrada.
Eppure, grazie a una forte campagna di comunicazione finanziata solo da commercianti e sponsor (senza un euro pubblico), siamo riusciti a limitare i danni e tenere in vita il comparto.
Da quell’esperienza è nato il Consorzio Bastia Città Mercato, poi Bastia City Mall, che ha dato vita a numerose attività di promozione:
- una sfilata di moda memorabile, con modelle televisive come Dong May Xiao e un presentatore RAI, in piazza il giorno prima della Festa di San Michele con un pubblico che ha riempito la gradinata;
- siamo stati i precursori delle piste di ghiaccio nelle città;
- il dolce più grande del mondo, alla presenza del notaio Pettinacci per il Guinness dei Primati, poi rinunciato per mancanza di risorse;
- le raccolte scontrini e lotterie con premi come auto, scooter, viaggi e buoni acquisto da consumare nei negozi di Bastia;
- i mercatini di Natale con i banchi al centro della piazza, in modo da valorizzare le vetrine;
- diffusione musicale natalizia per le vie del centro;
- la gestione delle fiere comunali trasformate in eventi, con banchi in via Roma, e un comodo parcheggio in Piazza Togliatti, gonfiabili per i bambini, mercatini vintage, notti bianche e pubblicità per i saldi stagionali;
- un programma annuale di eventi: “Colori della Primavera”, “Festa d’Autunno”, “Pasqua”, “Notti Bianche” (che hanno interessato oltre al centro storico tutto il territorio del capoluogo, dal piazzale delle Poste dove si potevano osservare le stelle, fino al centro commerciale Giontella, nella piazza c’era la musica per i giovani, passando per Piazza Togliatti con tutti gli sport, dal calcio al salto in alto, con i saggi di tutte le scuole di danza, e “pompieropoli”, per arrivare ai giardini pubblici dove i bambini stupivano con i spettacoli di magia);
- la partecipazione ad Expo Regalo, con stand dedicati a Bastia Shopping City e un trenino che collegava la fiera al centro storico;
- la sperimentazione di una fidelity card locale da utilizzare nei negozi aderenti;
- tre edizioni del “volantone” promozionale dove i negozi aderenti offrivano prodotti con foto e sconti, distribuito nel bacino d’utenza che va da Perugia a Foligno;
- la partecipazione a due bandi Re.Sta. della Regione Umbria, che portarono circa 1 milione di euro di contributi a fondo perduto per i commercianti bastioli;
- e naturalmente, luminarie e animazione natalizia ogni anno, finanziate dai commercianti con minimi contributi comunali a fronte di un impegno personale e diretto persino sottoscrivendo i contratti Enel. (3.500 euro nel migliore dei casi che non bastavano a pagare gli allacci della luce).
Tutto questo — e ho sicuramente dimenticato qualcosa — è quanto abbiamo realizzato in quegli anni.
Dire che “non è rimasto nulla” significa non conoscere la storia recente della città, cosa gravissima per gli Assessori.
Abbiamo lasciato un patrimonio commerciale e di immagine riconosciuto a livello regionale e oltre, tanto da essere invidiato da realtà più grandi come Perugia o Foligno.
Non mi sembra niente!
Da quando tutto questo è venuto meno, Bastia ha iniziato un declino commerciale e sociale.
Il mondo ed il commercio sono cambiati, è vero, ma proprio per questo servirebbe uno sforzo in più per mantenere un patrimonio che ha richiesto decenni di investimenti.
Per questo, mi permetto qualche riflessione sulle proposte sentite per il Natale 2025.
A dire il vero, non ho sentito proposte concrete. Solo idee vaghe, spesso basate su un approccio culturale, ideologico ed astratto, che non risponde ai tempi e alle esigenze dei commercianti, che a un mese e mezzo dal Natale, stanno pianificando attività, le promozioni e la comunicazione.
Altrove, le luminarie e le campagne pubblicitarie partono già in questi giorni, in TV le pubblicità parlano di Natale.
Per il progetto del prossimo Natale il Comune ha impegnato 80 mila euro, in continuità con la precedente Amministrazione Lungarotti.
Ribadisco che nel periodo in cui sono stati realizzati gli eventi che ho descritto, non erano previsti importi da destinare a queste attività, abbiamo ottenuto delle briciole trovate negli aggiustamenti di bilancio.
Rispetto molto l’esperienza dell’Assessore alla Cultura, che in passato ha realizzato iniziative meritevoli delle quali, però, stento a vedere quale impatto duraturo hanno lasciato nel tempo.
Perciò sorprende che la proposta principale dell’Amministrazione Comunale per questo Natale sia solo di carattere culturale.
Secondo me amministrare non significa imporre gusti personali: significa confrontarsi, ascoltare, trovare equilibrio tra visione e realtà.
Per esempio, l’iniziativa delle porte di cantine e scantinati dipinte dal titolo “dall’abbandono all’opera”, che ha avuto un risalto su un servizio del TG3, decantato dall’Assessore alla Cultura, potrà avere o meno un valore artistico, ma è ben lontana dall’impatto dei servizi televisivi della RAI e di tutte le Tv locali che mostravano folle che partecipavano alle nostre notti bianche e mercatini.
L’Assessore alla Cultura, ha informato la platea, che cittadini bastioli stanno organizzando pullman diretti ai mercatini natalizi fuori della nostra Regione, aggiungo che ce ne saranno tanti altri che andranno con le proprie famiglie a quelli del Trentino e ad Arezzo, questo dovrebbe far riflettere su cosa cerca la gente e su cosa Bastia oggi non offre più, sacrificando anche le presenze tra le vie e nei negozi dei propri cittadini.
L’idea di esporre i carri del Palio di San Michele è affascinante, ma difficilmente capace di attirare flussi significativi di visitatori, immagino che nessun pullman arriverà dalle Marche o dalla Toscana per venire a vedere i carri che hanno sfilato per il Palio, sono convinto che nemmeno i bastioli li apprezzeranno a vederli li appoggiati dopo averli visti sfilare con attori e comparse che li hanno animati.
Quanto alla comunicazione “solo sui social”, mi chiedo se bastano i LIKE per riempire le vie di Bastia e soprattutto chiedo: perché eventi come I Primi d’Italia o I Dolci d’Italia, investono ancora in manifesti 6×3, giornali locali e nazionali, televisione, web, vele con poster in Umbria, Toscana, Marche e conferenze stampa a Roma? Sono “spreconi” o hanno capito tutto?
Il Natale è un momento decisivo per il commercio, per quello di Bastia in particolare per il quale non e sufficiente contare sui clienti bastioli, ma si basa soprattutto sulla presenza di clienti da fuori città.
Dietro ogni negozio ci sono famiglie, lavoratori, piccoli imprenditori, per cui l’attività rappresenta il proprio lavoro e quello dei componenti le loro famiglie.
Nel periodo in cui avevo dati aggiornati, il numero di addetti del commercio bastiolo era paragonabile a quello dell’industria locale: è un tessuto che contribuisce notevolmente a tenere in piedi l’economia della città.
Oggi servono iniziative di forte impatto, capaci di portare a Bastia tanta gente, di ogni età, di ogni estrazione sociale e di qualsiasi provenienza.
Se chiedi ad una pizzeria vicino ad Umbriafiere quando realizza i migliori risultati, risponderà quando ci sono le fiere che portano tanta gente: ricca o povera, colta o semplice, giovane o anziana, di ogni razza, religione e sesso.
Questa è l’indicazione da seguire, solo così si può invertire il declino.
Il Natale non deve diventare un esercizio di stile “esclusivamente culturale”, ma “anche culturale” e tornare ad essere un evento di comunità, di luce, di vitalità e di partecipazione.
Perché, come abbiamo dimostrato in passato, quando Bastia si muove insieme, sa ancora stupire.
Marco Caccinelli
Ex Presidente Confcommercio
Ex Presidente Bastia City Mall
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