Partito della Rifondazione comunista                                                                                                                               Bastia Umbra 19 novembre 2009
Federazione Provinciale di Perugia                     
Circolo “Rosanna Cipolla” Bastia Umbra
www.rifondazionebastia.blogspot.com
                

COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo quantomeno con stupore che il Sindaco di Bastia considera il deposito cauzionale imposto da Umbra Acque uno “strumento utile”, essendosi mobilitato in un primo momento per il suo ritiro. La cauzione di circa 70 euro richiesta agli utenti che non pagano la bolletta tramite conto corrente è in realtà una misura discriminatoria nei confronti dei cittadini, soprattutto anziani e pensionati, che non hanno un conto bancario e che pagano regolarmente e onestamente la propria bolletta. Ma soprattutto è una misura che non ha motivo di essere perché non sarà mai restituita, essendoci oggi nel nostro territorio un’unica azienda che si occupa del servizio idrico. Un’azienda, l’Umbra Acque, che avendo fortunatamente il 60% di capitale in mano a soggetti pubblici, deve rispondere ai 38 Comuni degli ambiti territoriali 1 e 2. Il regolamento che prevede il deposito cauzionale è quindi modificabile dall’Assemblea dei Sindaci. Negli ultimi mesi molte amministrazioni comunali hanno preso posizione contro la cauzione, a partire dai Comuni dell’ATO 1, tra cui Guccio e Città di Castello, fino al Comune di Perugia, che fa parte dell’ambito 2 insieme al Comune di Bastia.  La speranza per i cittadini è che le amministrazioni si pronuncino contro il deposito. Per questo Rifondazione Comunista si è mobilitata in tutti i consigli comunali e nel consiglio provinciale presentando un apposito ordine del giorno per il ritiro della cauzione. Vorremmo che anche il consiglio comunale di Bastia si pronunci apertamente e ufficialmente sulla questione, oggi particolarmente sentita dai cittadini bastioli che si trovano a pagare non solo la cauzione per l’acqua ma anche quella imposta dalla Cesap per il metano, per un totale di circa 140 euro.  Vicende che ci devono far riflettere su quanto sta accadendo in questi giorni in Parlamento, dove il Governo pone la fiducia su un disegno di legge che mira a privatizzare anche il servizio idrico e che considera l’acqua una merce come le altre. Restiamo invece convinti che l’acqua è un bene primario che appartiene all’intera comunità e che è necessario mobilitarsi per una ripubblicizzazione del ciclo delle acque.
La segretaria del Circolo – Amelia Rossi

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