L’effetto dei dazi
L’intervista Riccardo Concetti
Almeno adesso è terminato quel limbo d’incertezza in cui eravamo da sette, otto mesi», Riccardo Concetti, uno degli imprenditori che quotidianamente si misura con il mestiere di vendere anche all’altro capo del mondo, riassume così il proprio stato d’animo di fronte all’accordo Usa-Ue sui dazi al 15 per cento. L’azienda Concetti, da Bastia Umbra, produce macchinari per imballaggio e li esporta ovunque.
Concetti, ora inizia un’altra fase. «Il 15 per cento non è una cifra bassa, anzi diciamo pure che sarà un duro colpo con cui dover fare i conti, ma a questo punto possiamo tirare una linea e ragionare con quel che c’è. Veniamo da un periodo difficile nel quale anche i nostri potenziali clienti hanno atteso prima di agire e prendere decisioni».
Anche loro vittime dell’incertezza? «Anche loro erano condizionati da questa situazione con cifre che salivano e scendevano ogni giorno». Da dove si riparte con quel 15 per cento in più? «Diciamo pure che non facciamo i conti solo con un 15 per cento di tariffe, ma con un percentuale reale di circa il 20 per cento, perché ai dazi si aggiunge l’effetto del dollaro debole che vale circa un altro 5 per cento. Ma ora la palla sta a noi, che come imprese siamo chiamate ad una sfida più complessa: produrre talmente bene ed essere talmente competitivi da riuscire comunque a mantenere le nostre quote di mercato. E dovremo valutare anche se poi questa strategia aiuterà l’economia americana, certo un’economia Usa forte potrebbe essere un traino». Vengono ipotizzati sostegni ai settori più esposti. «Vedremo cosa ci sarà di concreto, se saranno messi in campo aiuti ben programmati ovviamente ben vengano, ma nel concreto mi sento di dire che imprese come la nostra riceverebbero un grande aiuto in molte situazioni da uno snellimento di alcune procedure burocratiche, ci sono lacci e lacciuoli anche europei che a volte sembrano andare contro il buon senso».Alcuni settori hanno annunciato l’intenzione di rivolgersi altrove rispetto agli Usa. «Certamente. La diversificazione nelle strategie di esportazione è assolutamente indispensabile, non c’è dubbio».
F.Fab.
comments (0)
You must be logged in to post a comment.