La magistratura indaga
BASTIA — E’ triste constatare la chiusura di un’azienda, ma nel caso della «Hemmond» non una sorpresa perché si tratta di una «morte annunciata». Una settimana fa il curatore fallimentare ha sigillato i cancelli della fabbrica, nella quale da tempo operava solo lo spaccio aziendale. Ben poco ha prodotto un anno e mezzo di affitto dell’imprenditore Ferrante, che prese in carico l’impresa nell’aprile 2003, annunciando che entro il 2004 avrebbe assunto 70 dipendenti. Nei mesi scorsi alle sollecitazioni dei sindacati l’imprenditore rispondeva di non poter andare avanti a causa della scarsa flessibilità dei dipendenti ex Hemmond, indisponibili a cambiare le mansioni. Oltre al problema occupazionale, che riguardava quasi un centinaio di addetti (in prevalenza donne) sono rimasti sulla carta gli altri obiettivi: la riattivazione produttiva della fabbrica bastiola e la creazione del centro di eccellenza per la maglieria a S. Maria degli Angeli, negli ex magazzini Icap. Ora l’iniziativa ritorna al Tribunale di Perugia, che, dopo la dichiarazione di fallimento (29 giugno 2002) della vecchia Hemmond aveva attivato le procedure per un nuovo soggetto imprenditoriale; anche la magistratura penale vuole vederci chiaro ed avrebbe incaricato la Guardia di Finanza di acquisire elementi. La possibilità di sopravvivenza dell’azienda interessa, invece, i sindacati e le istituzioni. Oggi pomeriggio è in programma un incontro in Comune, convocato dal sindaco Francesco Lombardi, per fare il punto della situazione. «Si sono buttati al vento quasi due anni — tuona Giorgio Salucci, della Uil — e ora individuare una soluzione economicamente valida è più difficile rispetto alla situazione, pur critica, del 2002».
m.s.
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