Per i Ds, il Prg approvato nel 2000 sarebbe insufficiente alle esigenze del territorio
Confronto tra i Ds sulla necessità di regole più restrittive all’edificazione
BASTIA — Si avvicina il dibattito pubblico sul programma dell’amministrazione comunale, ma il «tam tam» sulle cose da fare è già iniziato con particolare attenzione per i problemi dell’urbanistica. A Bastia, urbanistica vuol dire possibilità di costruire e una cura tutta particolare è riservata al mattone, fonte di legittime aspirazioni ad avere una casa, ma anche di sviluppo edilizio senza freni. Proprio sui freni e i limiti da prevedere si sta focalizzando il confronto in casa Ds, dove il segretario comunale Erigo Pecci ha avviato una serie di incontri sui temi salienti del programma amministrativo. Il ragionamento del confronto interno al partito verte sulla necessità di aprire una nuova fase nella quale vengano stabilite regole più rigide e soprattutto più restrittive della capacità edificatoria, tenendo conto della limitatezza del territorio comunale disponibile. Un tema sul quale avrebbe dovuto dare una risposta la variante generale al Prg impostata dieci anni fa, elaborata con la consulenza del professor Ceccarelli, che è stata definitivamente approvata nel 2000. E’ evidente che anche i Ds ritengono l’attuale Prg ancora insufficiente a stabilire uno sviluppo edilizio commisurato al territorio e comunque in grado di garantire alla città un livello adeguato di vivibilità. Sembra che a spingere per la revisione in senso restrittivo sia il vicepresidente del consiglio regionale Vannio Brozzi, già sindaco dal 1985 al ’95, che ha caratterizzato la sua azione politico amministrativa con il favorire ogni tipo di insediamento, soprattutto di tipo abitativo.
Un tale «ravvedimento» ha sorpreso non pochi tra i diessini che da anni chiedevano una revisione della politica urbanistica ed ora si trovano spiazzati e scavalcati dall’analisi brozziana che mira ad una rilettura critica di quanto fatto negli ultimi anni per modificare il tiro e gli obiettivi.
m.s.
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