Nuovo allarme
Don Fongo chiede il recupero immediato dell’«insula»
BASTIA – La sicurezza è il tema dell’estate, ma anche di altre realtà territoriali, segnate da episodi di criminalità varia. Non è solo questione di dati, quanto del fatto che i cittadini si sentono meno sicuri. Del problema si sono occupate le istituzioni, il Consiglio dopo una rissa nella piazza centrale, e il confronto ha toccato molti aspetti della sicurezza. Tutti d’accordo che c’è ancora da fare per arrivare ad uno standard soddisfacente, mentre i partiti sono tornati a dividersi sulle modalità. Un osservatore privilegiato è il parroco don Francesco Fongo, che vive all’interno della vecchia «insula» dove ha sede la chiesa collegiata di San Michele (nella foto) e gran parte delle attività parrocchiali, soprattutto giovanili. «Il problema esiste e non da oggi – sottolinea don Francesco –; è evidente che vanno incrementati e migliorati i controlli. Attenzione però perché il problema non sono soltanto gli stranieri. Come ebbi a esporre al sindaco Lombardi, di atti vandalici e di piccola criminalità sono protagonisti adolescenti italiani, spesso dei ‘bulletti’ che frequentano nelle ore notturne i vicoli, che ancora oggi sono in uno stato pietoso». Il parroco si riferisce allo stato di abbandono di molte abitazioni, all’alta percentuale di presenze straniere proprio nel centro storico e alla scarsa pulizia delle strade interne. «E’ ovvio che controlli più capillari eviterebbero gli episodi incresciosi come le risse – rileva don Francesco –, ma ritengo indispensabile che i bastioli tornino a frequentare numerosi questa parte della città. Occorrono iniziative per l’integrazione con gli stranieri». Un contributo potrebbe arrivare dalla riapertura della chiesa di Santa Croce, ancora in fase di consolidamento e di recupero dopo i danni del sisma del ’97. «Non è questione di questi giorni la riapertura dell’antica chiesa. Ritengo, invece, che sia urgente lavorare subito per evitare che il centro storico diventi un “ghetto”. E’ interesse di tutti il recupero funzionale, architettonico e sociale di quest’area perché torni a essere al servizio della comunità».
M.S.
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