Salvataggio impossibile: finisce anche la stagione dell’affitto. Scenari controversi
Intervento del tribunale. La Cgil: “Troppi errori”
BASTIA UMBRA – Il cancello chiuso, la rete metallica in parte abbattuta, il cavo elettrico del citofono che penzola addosso al cancello più piccolo. Sono gli ultimi segnali della resa della Hemmond. Ultimi perché per l’azienda che una volta sfornava maglioni e griffe, sarebbe stata bloccata dall’intervento del tribunale ormai da una decina di giorni. Ultima stazione di una storia travagliatissima che neppure l’affitto, strada percorsa per ridare fiato all’impresa dichiarata fallita il 29 giugno del 2002, è riuscito a cambiare. L’intervento del giudice significa, praticamente, la fine dell’avventura della Ferrante, la società affittuaria dello stabilimento, secondo l’accordo che è stato siglato il primo aprile del 2003 da sindacati, curatore fallimentare, Assoindustriali, Rsu e Ferrante. Un accordo che parlava di riassorbimento graduale degli addetti della Spa dichiarata fallita, entro il giugno di quest’anno. Certo c’era da tener conto delle esigenze tecniche e produttive, delle professionalità, qualcuno ha magari rinunciato a cambiare mansioni, ma i numeri di chi era tornato al lavoro non hanno mai superato le poche unità. E proprio a giugno gli osservatori più attenti avevano capito che forse qualche cosa stava andando
storto un’altra volta, quando Marcello Gianferotti, consulente finanziario dell’impresa affíttuaría, ha lasciato l’incarico.
“Aspettiamo di conoscere meglio la situazione, siamo in possesso solo di notizie frammentarie- commenta Manuela Pasquino, segretaria provinciale della Filtea Cgil- certo è che c’è una forte delusione per come è finita la vicenda. Evidentemente anche Regione e Sviluppumbria avevano sopravvalutato il progetto legato all’affitto. C’è poca sensibilità al comparto del tessile e questa ne è una dimostrazione. E poi sulla Hemmond non c’è stato un controllo attento”.
comments (0)
You must be logged in to post a comment.