Dieci imputati rinviati a giudizio per sfruttamento della prostituzione
Dieci minuti di tempo nei privé dove era consentito quasi tutto

Elio Clero Bertoldi

PERUGIA – Tutto, meno quello. Una sorta di porto franco del sesso a pagamento – almeno secondo l’accusa – quanto avveniva in un locale, il Bora Bora di Bastia Umbra.
Qui i clienti, da soli o anche in gruppo (sì, poteva essere organizzata anche una ammucchiata), potevano disporre di numerose ragazze all’interno dei camerini (de-nominati “privé”, nel gergo dei locali notturni) pronte a concede-re palpeggiamenti e contatti fisici nelle zone erogene, disposte alla masturbazione attiva e passiva e persino ai rapporti orali. Vietata solo la penetrazione.
Processo alle porte
Ora dieci persone, per le quali il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha chiesto il rinvio a giudizio per reati vari, tra i quali l’associazione a delinquere (per tutti) finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, compariranno a metà maggio davanti al gup Carla Giangamboni.
Gli indagati sono Diego A., 47 anni di Nola, Enzo B., 59 anni di Trevi, Luciano B., 59 anni di Foligno, Gaetano C., 40 anni di Sorrento, Pierluigi D.P., di 30 anni di Lecce, Dario D.I., 33 anni di Perugia, Erminio L., di 51 anni di Frosinone, Franco M. di 41 anni di Pistoia, Antonio P. di 42 anni di Fucecchio e Pietro S., di 30 anni di Avigliano di Potenza. I dieci sono difesi da un collegio di pena-listi formato da Gennaro Esibizione, Salvatore Caccavale, Luca Maori, Marco Brusco, Annalisa Rosi Cappellani, Maria Bruna Pesci, Patrizia Conti, Doretta Bracci, Rosario Bevacqua, Alfonso Forgiuele.
L’organizzazione funzionava, sostiene l’accusa, come un orologio svizzero: faceva giungere da fuori regione ogni quindici giorni, in genere, le ragazze, riscuoteva 50 euro ogni dieci minuti di permanenza dei clienti nei privé, preordinava l’attività di prostituzione all’interno dei camerini, organizzava una attività di controllo con verifica del pagamento e del rispetto dei tempi, all’interno dei privé.
Ciascuno dei dieci rivestiva il proprio ruolo e le proprie funzioni: tre come imprenditori si interessa-vano della gestione del locale, del-le ragazze e degli utili; due erano i responsabili dell’attività del loca-le, della gestione del personale e della gestione economica; tre erano incaricati della verifica e dei controlli nei privé (intervenivano per interrompere ogni attività alla scadenza dei dieci minuti, salvo proroga a fronte di ulteriori paga-
menti); uno reclamizzava l’attività che si svolgeva nel locale; altri tre si occupavano con una agenzia appositamente costituita nell’avviare ragazze alla attività di prostituzione.
Episodi di usura
L’attività sarebbe andata avanti dal settembre 2004 al febbraio del 2005. Altri reati contestati sono il reclutamento di ragazze straniere e per uno degli imputati anche alcuni episodi di usura, consuma-ti attraverso una società finanzia-
ria nella quale, evidentemente, confluivano almeno parte degli in-cassi del locale a luci rosse. Questi episodi di usura sarebbe stati consumati in danno di cittadini di Foligno quattro episodi) e di Nola (due). I tassi praticati oscillavano da un minimo del 20,295% fino al 55% e persino ad un massimo del 199%. Sette le persone offese dal reato, oltre al ministero dell”economia. Tra le prove portate sostegno dal pubblico ministero anche una serie di intercettazioni e di riprese filmate.

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