La madre di Samuele De Paoli, ucciso a 22 anni, posta sui social il video della 43enne sotto inchiesta per omicidio

Il legale della brasiliana L’avvocato Gatti: “Condotte del genere non giovano a nessuno”

di Alessandro Antonini

PERUGIA “Giovedì sera sono vo­luta passare con mio figlio più piccolo nei luoghi in cui è stato Samuele la sera in cui è stato ucciso. Vole­vo vedere con i miei occhi. Per rendermi conto di per­sona dei posti anche ri­spetto alle dichiarazioni rese dai testimoni. Ci sia­mo trovati davanti a Patri­zia, che stava li lungo la strada, quando ci ha visto ci è corsa dietro urlando `vergogna’ e insultandoci. Ci siamo spaventati e siamo andati via”. E’ il rac­conto-denuncia di Sonia Sorbelli, madre di Samue­le De Paoli, il 22enne di Bastia Umbra trovato mor­to il 27 aprile in un fosso della campagna di Sant’Andrea delle Fratte. Patrizia, al secolo Pinheiro Reis Duarte Hudson, è la trans brasiliana di 43 anni sotto inchiesta per l’omicidio preterintenzio­nale di Samuele. Una colluttazione finita male nata durante una prestazione sessuale a pagamento, è la tesi di Patrizia, che per di­fendersi avrebbe stretto al collo il 22enne provocan­do una lesione vagale. Poi l’abbandono a terra e il de­cesso. Tutto è successo tra via Penna e la strada die­tro l’area produttiva che porta a Casenuove. E’ per ricostruire il percorso del figlio la sera dell’omicidio che Sonia ha preso la sua auto – la stessa che Samue­le ha utilizzato quella sera – e si è recata nel capoluo­go. “Eravamo a bordo del­la mia Panda rossa, siamo andati nella zona indu­striale di Perugia proprio per vedere i punti in cui si è spostato Sami prima di essere ammazzato. Mio figlio stava filmando quan­do siamo passati davanti alla piazzola in cui sosta Patrizia e l’abbiamo vista. Ci è corsa incontro urlan­do ‘vergogna’. Mi dovrei vergognare io? O chi la tie­ne libera?”. Francesco Gat­ti, avocato di Pinheiro, di­ce che dalle immagini sembrerebbe essere Patri­zia. E commenta: “Capi­sco il disorientamento e il dolore di una madre ma queste condotte non fan­no bene a nessuno”. L’in­chiesta preliminare della Procura di Perugia è stata prorogata a fine maggio. Nei prossimi giorni verrà depositata la perizia della polizia scientifica sui re­perti trovati sulla scena del crimine.

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