Il New York Times: «Va mangiata almeno una volta nella vita»
PERUGIA TRA I PIATTI tipici del mondo da assaggiare almeno una volta nella vita c’è anche la porchetta umbra. Lo sostiene il «New York Times» che ha inserito la specialità nostrana nella lista dei cinque piatti internazionali che nessun palato, dal più raffinato a quello meno esigente, deve lasciarsi scappare nel corso della propria esistenza.
«MUST-EAT DISHES», così si intitola l’articolo che in pochi giorni ha già fatto il giro del web, portando un simbolo della cucina regionale sotto i riflettori mediatici di tutto il mondo, tra uno stufato di ceci turco e uno spaghetto di riso birmano. Nella ‘top five’ stilata dal prestigioso quotidiano statunitense, accanto al ‘kibbeh nayeh’ libanese, il ‘piti’ della Turchia, i ‘tlacoyos’ messicani e la ‘mohinga’ della Birmania, si colloca anche il maiale condito con aromi freschi e arrostito made in Umbria, e in particolare quello della macelleria-norcineria «Tagliavento» di Bevagna. Nel negozio del piccolo borgo medievale, si legge nell’articolo del Times, «la porchetta è una magia e di solito è esaurita entro mezzogiorno». Gli esperti del New York Times scelgono la porchetta di Marco Biagetti e Rosita Cariani (titolari dell’attività), prodotta artigianalmente secondo i dettami della tradizione regionale, e la preferiscono a quella romana di Ariccia, i cui abitanti rivendicano da sempre la paternità della ricetta originaria.
CAMPANILISMI a parte, il panino con le fette di carne di maiale è un classico dello street food dell’Italia centrale e oggi si può trovare quasi ovunque, dalle Marche alla Toscana, fino all’Abruzzo, dove i segreti sulla sua preparazione e cottura sono tramandati da millenni. Ma tra le colline dell’Umbria ci sono luoghi che hanno fatto di questa ricetta il proprio segno distintivo, trasformando un piatto semplice e genuino in un marchio di fabbrica riconoscibile in tutto il mondo.
DA COSTANO a Grutti, passando per Todi, Foligno e Casalalta, sono tante le zone del nostro territorio che celebrano il più antico dei cibi da strada attraverso sagre, feste paesane, fiere e manifestazioni. Luoghi caratteristici per un prodotto che si gusta prevalentemente all’aria aperta, con in mano un bicchiere di vino o di birra fresca, davanti ai chioschi o ai furgoni dei venditori ambulanti. Piazze, strade e mercati sono le location in cui si trovano la maggior parte dagli operatori del settore e quelle in cui è usuale acquistare le pagnotte imbottite di carne saporita e crosta croccante, senza dimenticare le cantine, dove la porchetta accompagna da sempre la merenda dei visitatori.
UN PIATTO che piace anche alle giovani generazioni, quelle che ci trovano il gusto di nuove opportunità lavorative. Come Fabio Ludovini, 24enne di Bastia Umbra, che agli studi universitari ha preferito la strada, quella che ogni giorno percorre con il suo mezzo per far assaggiare a tutti le pagnotte imbottite di porchetta. Nessuna tradizione familiare alle spalle da dover proseguire, ma semplicemente la voglia di investire il proprio futuro in un’attività apprezzata da adulti e bambini, lavoratori che escono dagli uffici e turisti in vacanza. E tra i clienti più fedeli di Ludovini ci sono proprio loro, gli americani, a confermare la validità della classifica del New York Times.
Chiara Santilli

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