Gabrielli a ‘Expo Emergenze’: «Fondi tagliati del 56%, ma l’Umbria tiene duro»
IL CAPO DELLA PROCIV-«Non dobbiamo disperdere esperienze e capacità maturate in questi anni»

PERUGIA —SIAMO e restiamo una terra ad alto rischio. In Umbria, purtroppo, non ci siamo fatti mancare terremoti, alluvioni, frane e quant’altro possa mettere a repentaglio la sicurezza delle persone e l’integrità delle cose. Ma c’è un problema che riguarda il sistema di Protezione civile, il primo a intervenire in caso di calamità. «In quattro anni, nel settore della formazione del personale della Protezione civile, è stato tagliato il 56 per cento dei fondi». Lo ha detto il capo dell’organismo, Franco Gabrielli, intervenuto ieri all’Umbriafiere di Bastia per la giornata conclusiva di «Expo Emergenze», la rassegna biennale dedicata alla sicurezza.
GABRIELLI ha parlato in maniera chiara e netta, tenendo in mano un ramoscello d’olivo, simbolo della Domenica delle Palme: «Nel Dipartimento stiamo vivendo un momento economico difficile, come accade in tanti altri settori in Italia. Ma in questo contesto complicato abbiamo mantenuto intatte le risorse per la formazione del volontariato. Perché investire sulla formazione di chi deve intervenire in caso di calamità è fondamentale».
L’Umbria, ha spiegato Gabrielli, «è una regione importante per l’intera organizzazione. Qui si è sviluppato un felice ed efficiente binomio tra amministrazioni capaci e popolazioni sensibili ai temi della sicurezza e della prevenzione. Ora dobbiamo stare attenti a non indebolire il buono che si è costruito in questi anni. Abbiamo esperienze e capacità che non debbono essere disperse, sarebbe miope e folle».
NELLA PROTEZIONE civile dell’Umbria operano tremila volontari e 103 associazioni. «Sono loro — ha spiegato la presidente della Regione, Catiuscia Marini — a far crescere diffusamente la cultura della Protezione civile, così come la conoscenza capillare del territorio alla quale i volontari dedicano tempo, impegno ed energia». Perché sapere esattamente dove si trova anche il borgo più sperduto è determinante per intervenire in tempo reale.
R. Bor.

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