A Perugia il centrodestra si mantiene intorno al 32%, ma fa il pieno di consiglieri regionali

PERUGIA – Alle politiche del 2008, nel voto per la Camera dei deputati, il Pdl a Perugia aveva raccolto 33.600 voti. Stavolta, le croci sul simbolo del partito di Berlusconi e Fini sono state 24.143. E questo, nonostante la mobilitazione del partito locale, che ha portato a Palazzo Cesaroni ben tre rappresentanti cittadini: Monni, Valentino e Maria Rosi. Quattro, se si considera anche la candidata alla presidenza, Fiammetta Modena.
In termini percentuali, sempre prendendo a riferimento le politiche del 2008, il Pdl si mantiene intorno al 32%. Tiene, ma non sfonda nonostante le difficoltà del principale avversario
nello schieramento opposto, quel Pd che a fatica è riuscito a far eleggere l’ex sindaco Locchi.
Guardando alle altre città della provincia, per ore, mentre arrivavano i risultati dello spoglio, a Spoleto si è sperato nel sorpasso sul Pd. Alla fine, raccogliendo il 35,8% il Pdl della città ducale è rimasto dietro per solo mezzo punto percentuale sul Pd. E questo, nonostante gli evidenti problemi interni di un partito che, in quel territorio, si prepara alla resa dei conti.
Altra piazza calda è Assisi Qui il Pdl sfiora il 40% e tiene lontano il Pd. Ma le incognite, sul piano politico, restano. Anche perché la Lega Nord è arrivata ormai a lambire il 7%. Ed in una città dalla tradizione moderata, chiamata “serafica”, può iniziare ad essere un problema avere un alleato ingombrante.
Nella vicina Bastia Umbra, dove da un anno governa il sindaco Ansideri, superando il 41% dei consensi il Pdl si conferma di gran lunga il primo partito.
Pesante la flessione a Città di Castello, dove in termini percentuali il partito di Berlusconi perde oltre 4 punti. Tutti a favore della Lega Nord, che raddoppia i consensi, arrivando al 7,5%.Anche a Gualdo Tadino, altro Comune governato dal centro-destra, il Pdl col 33,8% si conferma il primo partito.
A Foligno, il coordinamento comunale del Pdl guarda con soddisfazione a quel 34,58% ottenuto. Anche se lamenta il fatto che molti elettori della città della Quintana non abbiano espresso preferenze, impedendo così ai candidati locali del centrodestra di trovare posto a Palazzo Cesaroni. Cosa, questa, sottolineata anche da Mantucci, che pure guarda con soddisfazione alle 2mila preferenze ottenute.
Capitolo a parte quello di Todi, dove il centrodestra è dietro di 10 punti percentuali rispetto al centrosinistra. E non può essere solo l’effetto del “caso Primieri”. Un campanello d’allarme, per la giunta Ruggiano.
M. S.

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