Lezione-spettacolo di Vittorio Sgarbi a Bastia Umbra dedicata al polittico di Sant’Angelo dell’Alunno

BASTIA UMBRA – Quale significato sotto i segni dell’opera, in riferimento al polittico di S. Angelo opera di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno conservato a Bastia umbra? “Già la frase è cacofonica perché la parola significato porta in sé la parola segno: perciò se dici significati dici anche segni. Comunque l’opera è senza segni e significati non ne ha. Questa sarebbe la risposta. Però a questo punto dovrei dire…la conferenza è finita!” Così è iniziato l’incontro, o meglio la conferenza-spettacolo, svoltosi ieri pomeriggio presso il teatro Esperia a Bastia Umbra, che ha visto protagonista Vittorio Sgarbi mentre Paolo Ansideri, coordinatore del ciclo di incontri raccolti sotto la denominazione “Oicos”, ha curato l’introduzione. Protagonista è la corretta definizione perché il critico d’arte ha sorretto le proprie teorie critiche con indiscutibili doti di fascinazione e intrattenimento che hanno coinvolto il pubblico in un gioco che andava dall’analisi stilistica alla speculazione sulla longevità delle poltroncine collocate sul palco, adatte più a Roger Vadim che a una scena contemporanea. E pur se trattenute nell’ambito dell’arte e raramente sconfinanti nella politica, se non nei termini in cui quest’ultima si incontra con l’arte, le polemiche non sono mancate. Innanzitutto nel giudizio sulle opere: l’Alunno prima dello “statico” Perugino, ma prima ancora, per la sua originalità, di Matteo da Gualdo, sovvertendo quelle gerarchie che la storia ha costruito. Graduatoria artistica che, chi ha avuto occasione di visitare quel percorso che le grandi mostre dello scorso anno hanno costruito, non può a detta del critico non condividere. Poi sulla gestione italiana dell’arte che, a differenza della Francia dove ogni importante pittore contemporaneo vede un museo dedicato alla sua opera, ha un solo vero museo: quello che Burri, con preveggenza, ha dedicato a se stesso. Con una nota di riconoscimento alla lungimiranza dell’amministrazione regionale: “…dipende dalle amministrazioni, che possono essere rosse o meno. Qua evidentemente l’hanno capito perché, era l’epoca in cui era assessore Abbondanza, [la regione] si è dimostrata aperta verso la scelta di Burri”. E infine polemiche verso l’architettura, legate a situazioni come la biblioteca dell’Abbazia di Farfa, perché l’architetto “in molti casi non solo non conosce il contesto ma lo ignora e lo deturpa per affermare se stesso”. E gli occhiali della Madonna? Ovvero quel dettaglio che compare nella lunetta sinistra del Polittico dove appunto è rappresentata la Madonna annunciata? “Non mi stupisce affatto che ci siano nella pittura… ma qui non ci sono occhiali, quello è un astuccio per il cucito, semmai. La Madonna non portava gli occhiali perché era vergine e pura. La Madonna con gli occhiali è come dire che ha un difetto fisico!” E così, con una corretta analisi della cultura dell’epoca dell’Alunno che effettivamente considerava una manchevolezza i difetti della vista, in pochi minuti è stata fornita un’analisi decisamente più credibile del particolare dell’opera di un artista che si colloca sì al termine di un’era ma le cui qualità sono sicuramente da apprezzare.

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