BASTIA Parte una petizione diretta al vescovo Goretti per bloccare il trasferimento di don Michele Zullato  
 
BASTIA UMBRA – Sanguigno e schietto è il modo di essere di don Michele Zullato, viceparroco della San Michele Arcangelo l’unica parrocchia di Bastia, la più grande della diocesi. Il sacerdote, un quarantenne di origine veneta, arrivato in Umbria alla fine degli anni Novanta ha trovato stabile dimora a Bastia dove è apprezzato soprattutto dai giovani con i quali svolge la gran parte delle sue attività. La notizia di un suo ipotetico trasferimento a Nocera Umbra per assumere a settembre la titolarità di una parrocchia ha subito scatenato la reazione di molti parrocchiani che hanno preso il ventilato provvedimento del vescovo Monsignor Sergio Goretti come una scelta burocratica che non tiene conto di alcuni elementi essenziali per il prosieguo dell’attività della comunità locale. Già alcuni anni fa un’altra ipotesi per il trasferimento del parroco don Francesco Fongo provocò una levata di scudi inducendo il vescovo a correggere il tiro. Nel caso di don Michele la reazione ha preso subito le caratteristiche di una mobilitazione popolare. Alla guida dei dissidenti, che hanno promosso una petizione al vescovo con la raccolta di oltre mille firme, si sono posti i giovani la gran parte catechisti molti dei quali studenti universitari decisi a far valere le loro ragioni. «E’ impensabile che taluni incarichi – sostengono questi giovani – non tengano conto del lavoro impostato dal prete che è arrivato in una fase avanzata, ma tutt’altro che conclusa. Le attività giovanili dipendono molto dall’impegno e dal lavoro di questo sacerdote». Queste le motivazioni con cui si chiede a monsignor Goretti di soprassedere. Il vescovo deve ancora ricevere la petizione, ma avrebbe già manifestato l’intenzione di non creare alcun conflitto con la comunità bastiola che presto sarà chiamata a costruire la seconda parrocchia di san Marco.
 
di Massimo Stangoni

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