Operaio volò dall’impalcatura
BASTIA UMBRA – Assolti per non aver commesso il fatto. Si chiude con la formula della vecchia insufficienza di prove il processo per omicidio colposo a carico del direttore dei lavori e dell’impresa che aveva vinto l’appalto per la ristrutturazione post terremoto al fungo dell’acquedotto. Sei anni fa da quell’impalcatura tirata su per riparare i danni delle scosse cadde un operaio livornese di 32 anni. Il giovane morì dopo una breve agonia all’ospedale “Silvestrini” di Perugia. Il giudice unico del tribunale di Assisi, Gambucci (pubblico ministero Le Rose), ha chiuso il lungo processo con l’assoluzione per entrambi gli imputati.
Un volo terribile al quale hanno cercato di dare un perché tecnici e periti chiamati a pronunciarsi del processo. Un volo per il quale hanno chiesto la verità anche i familiari del giovane operaio morto che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Francesco Gatti e Davide Lera. Non è stato dimostrato u nesso causalità tra il posizionamento, forse non corretto, dell’impalcatura e il tragico volo dell’operario, ecco perché è arrivata l’assoluzione per i due imputati. Dal processo era uscito il titolare della ditta sub appaltatrice che aveva preferito patteggiare di fronte al gup. Qullo di otto anni fa fu il primo grave incidente che avvenne in uno dei tantissimi cantieri legati alla ricostruzione post terremoto.
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