bartocciEx campione italiano, oggi procuratore: Stefano Bartocci si racconta
Daniele Sborzacchi
NON SI PUÒ giocare in serie A di pallamano, correre i 60 metri in 6’’ 94, arrivare al top del bob italiano se non si hanno talento e spirito di sacrificio. E non si può diventare agente sportivo, piazzare colpi di marketing sensazionali se non si percorrono strade impervie prima degli altri. «A 14 anni con un mio compagno delle medie prendevo il treno quasi tutti i giorni per andare a Terni. Allenamenti e gare di pallamano con la mitica Aru Terni del professor Puletti, poi l’atletica, i 200 metri, il bob. Lo sport è la mia vita».A PARLARE è Stefano Bartocci, bastiolo, una vita in giro per il mondo… «A metà anni ‘90 andai in Spagna e mi specializzai sui 60 metri, da lì una chiamata inattesa». Dall’altra parte del telefono Antonio Tartaglia, ct delle nazionali italiane di bob… Fisicamente massiccio, dotato di grande velocità, in fase di spinta Bartocci poteva avere le sue chances. «Feci un provino che andò alla grande. Iniziò così una meravigliosa parentesi in questo sport, nel quale mi laureai anche campione italiano categoria B con Nicola Alberti». Anche se nel 2006, Olimpiadi di Torino, arrivò una delusione… «Ero nel gruppo azzurro e pensavo di poter dare il mio contributo in squadra, ma fui relegato al ruolo di riserva».SUPERATO un momento difficile, Bartocci iniziò a far fruttare le sue conoscenze per diventare agente sportivo. «Tramite il mio vecchio allenatore spagnolo approdai in Sudamerica dove lavorai con atleti al top, come la giavellottista paraguaiana Leryn Franco, seconda a Miss Universo, che alle Olimpiadi di Pechino divenne sportiva più cliccata in assoluto, finì sulla copertina di Sport Illustrated e si allenò anche a Bastia. Poi mi interessai al volley ed ai college Usa. Dal Texas portai in Italia Lauren Paolini e Destinee Hooker. Attualmente ho in procura l’azzurra Valentina Arrighetti e quindi la pallavolo, grazie anche al mio collega Daniele Fortini, autentico database umano, è diventata fondamentale». Con un tipo dinamico come Bartocci, difficile non pensare a nuove sfide… «Il mio sogno sarebbe portare un cestista al draft Nba. Se ci riesco, mi ritiro», dice ridendo sfiorandosi con un dito l’anello nuziale in bella vista. A proposito… «Sono molto felice, ho raggiunto un equilibrio familiare notevole grazie a mia moglie, donna di grande pazienza». Già, e visto che è alle porte un nuovo viaggio in Giappone, come dargli torto?bartocci

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