L’approvazione del piano urbano complesso «San Marco» si arena sui dubbi dei Ds e dello Sdi circa l’utilizzo dei cosiddetti «stecconi»
BASTIA — C’è chi accelera per chiudere con l’approvazione definitiva del piano urbano complesso «San Marco» e chi invece frena per una più approfondita riflessione. Il progetto, varato lo scorso febbraio con l’adozione del piano pubblico-privato da parte del consiglio comunale, ritorna ora d’attualità con l’esame delle osservazioni. Sono una decina sulle quali si è già pronunciata la giunta proponendo di respingerle sulla base del parere dell’ufficio tecnico comunale. Contemporaneamente si prevede anche una parziale riduzione delle cubature, mantenendo però l’impianto del progetto. Contro questa ipotesi si sarebbero espressi alcuni esponenti dei Ds, favorevoli a una profonda revisione del piano, magari ampliando l’area dei nuovi insediamenti. Al loro fianco lo Sdi che dichiara di essere favorevole alla costruzione della chiesa e delle strutture per disabili, ma non di altre volumetrie. «Sono in discussione – sottolinea lo Sdi — quelle strane aree messe al servizio della chiesa e del clero, definiti ‘stecconi’». Il coordinamento comunale dello Sdi si chiede a cosa servano tali «stecconi» a corredo della chiesa e annuncia l’intenzione di «non appoggiare un’iniziativa speculativa di compravendita che potrebbero diventare uffici o ulteriori negozi». Un segnale evidentemente negativo per il vescovo diocesano monsignor Sergio Goretti che sollecitava una rapida decisione per avviare le procedure di attivazione della nuova parrocchia.
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