Due episodi in una notte, ma la squadra mobile ferma un uomo di 44 anni: tradito da un tatuaggio sul collo
di Alessandra Borghi
PERUGIA Trasimeno Ovest, zona Olmo. Da sempre una delle Davanti al gip l’uomo ha detto Ma la difesa ora aspetta la modifica della misura cautelare Giudici accoltellati strade del sesso a pagamento più trafficate della città. Ecco il teatro di una notte da incubo per due prostitute. Entrambe rapinate, una – stando al racconto fatto ai sanitari del pronto soccorso – anche violentata. Una sequenza che scocca alle 23.30 del 30 ottobre e che si interrompe circa 24 ore dopo, quando scatta un fermo a carico di un 44enne di origini non umbre e residente a Bastia, cuoco – come riferisce la questura – al momento senza lavoro. Nella tarda serata del 30 ottobre viene dunque chiesto l’intervento della polizia al pronto soccorso. Una ventiduenne ha riferito una violenza sessua le: mentre si prostituiva sarebbe stata avvicinata da quello che sembrava un cliente qualunque e che invece l’avrebbe picchiata e stuprata prima di rubarle il denaro. Mentre si avviano le indagini, scatta il secondo allarme dalla stessa zona in cui si trovava la prima giovane. E’ una prostituta ventenne a denunciare di essere stata colpita da un violento schiaffo e rapinata da un uomo. La Mobile diretta da Virgilio Russo mette in campo tutti i suoi elementi vista la gravità dei fatti emersi, tra loro senz’altro connessi. Si passano al setaccio le telecamere del traffico. In base alle testimonianze sul modello dell’auto e sulla targa, il cerchio si stringe sempre più. Si comincia a pensare che il presunto responsabile viva non distante da Perugia. Gli investigatori gli stanno subito col fiato sul collo anche se in precedenza non ha mai commesso episodi simili. Gli agenti si insospettiscono per l’auto appena lavata e pulita con cura. Poi facebook svela un tatuaggio sul collo reputata la prova regina. Scatta il sequestro del veicolo e il fermo con le accuse di rapina aggravata e violenza sessuale. Dopo l’interrogatorio di garanzia a Capanne alla presenza del difensore Gianni Dionigi, il gip Valerio D’Andria ha disposto la custodia in carcere, sollecitata dal pm Giuseppe Petrazzini. L’interessato ha in sostanza ammesso le rapine, respingendo però l’accusa di violenza sessuale. Ma ha parlato di uno stato di assoluta non lucidità dovuta all’assunzione di farmaci.
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