Cinque anni fa tutta un’altra musica, il tempo di festeggiare e già si pensa
alla sfida del prossimo autunno per le regionali: sarà uno scontro in rosa

Il centrodestra conquista la città dei Ceri e tiene a fatica Foligno e Orvieto

di Felice Fedeli e Nicola Uras
PERUGIA La parola ai numeri. Centrosinistra batte centrodestra 4-3. Si partiva dal 5-3 di cinque anni fa per il centrodestra. Dopo i ballottaggi il centrodestra conquista Gubbio, ma perde Perugia, Bastia Umbra e Marsciano. Mantiene per il rotto della cuffia Foligno, dove l’uscente Zuccarini si impone per 27 voti su Mauro Masciotti, e con qualche batticuore Orvieto. Cinque anni fa invece fu un trionfo per il centrodestra, che gettando sale sulle ferite aperte della parte avversa conquistò per la prima volta Foligno e Marsciano, riprese Orvieto che già anni prima aveva governato con il sindaco Concina (e Roberta Tardani assessore), si confermò a vele spiegate a Perugia con Andrea Romizi, protagonista di un ragguardevole 59% al primo turno, e vinse agevolmente al ballottaggio a Bastia Umbra, malgrado la vistosa spaccatura a destra con due coalizioni contrapposte. Il centrosinistra si consolò con l’aglietto di Castiglione del Lago e
Gualdo Tadino riconfermate al primo turno grazie a Matteo Burico e Massimiliano Presciutti, nonchè con la vittoria a Gubbio con Filippo Stirati trionfatore al ballottaggio. Finì 5-3 ma suvvia con tutto rispetto Gualdo Tadino non vale Perugia, nè Castiglione del Lago vale Foligno. Nel frattempo Gualdo Tadino è sceso sotto i 15 mila abitanti e non è rientrata nelle città “grandi” andate al voto quest’anno, passate così da 8 a 7.

PARTECIPAZIONE Umbria sul podio con l’ottimo 58,48 fatto registrare alla voce affluenza alle urne. Il -8 rispetto al primo turno non inficia la pole position, visto solo Basilicata (54,51) e Lazio (51,58) hanno superato quota 50. Le altre regioni tutte abbondantemente distanziate.
PALAZZO DONINI Con lo scenario che si è venuto a creare nel Patto Avanti, versione umbra del campo largo o larghissimo che dir si voglia, tutti gli indizi portano a Stefania Proietti, sindaco di Assisi con una coalizione che tiene dentro Pd, M5s, cattolici e civici di buona volontà. Una figura che mette d’accordo tutti e che sul campo ha dimostrato di saper amministrare, recuperando lo scarto che si verifica nella città del Poverello, dove a tutte le altre tornate elettorali non comunali il centrodestra è largamente avanti al centrosinistra. Anche di venti punti. Certo ci sono da vincere le legittime resistenze della diretta interessata, la cui parola conta e pure tanto. Ma al momento è la carta più spendibile per avere chance di vittoria alle regionali del prossimo autunno. Per la madre di tutte le battaglie il Patto Avanti non ha alternative, alla fine l’impressione è che le ragioni di coalizione avranno la meglio sulle motivate resistenze di Stefania Proietti, che vorrebbe indossare la fascia tricolore in occasione delle celebrazioni legate agli 800 anni dalla morte di San Francesco in calendario ad Assisi nel 2026. In verità girano anche altri nomi, ma di minor appeal del sindaco di Assisi e per di più divisivi in un campo che ha sempre faticato a trovare l’unità. Profonda riflessione si è già aperta nel centrodestra, dove ufficialmente la corsa per il bis di Donatella Tesei non è messa in discussione dopo che i leader nazionali hanno trovato la quadra sulla sua corsa al bis. Certo è cambiato lo scenario e per il centrodestra dopo la batosta di Terni (un anno fa) e di Perugia (ieri), oltre alla bruciante perdita di Bastia Umbra, Marsciano e Montefalco, è già iniziata una riflessione che potrebbe riservare anche colpi di scena al momento, ripetiamo, non all’ordine del giorno. Ma solo ufficialmente. Dietro il dibattito è già cominciato e in tanti fanno pure filtrare le possibili alternative: dall’ex sindaco di Perugia, Andrea Romizi all’assessore regionale Paola Agabiti fino al sottosegretario Emanuele Prisco. Fantapolitica? Ce lo dirà il tempo, non certo le smentite di facciata.
LE REAZIONI
“Una grande vittoria, di nome e di fatto. Tre i motivi: Perugia – e l’Umbria – avevano voglia di cambiare, il centrosinistra ha capito che le divisioni sono dannose, poi Ferdinandi, autentico motore propusore che ha saputo prendere per mano la coalizione in un felice rapporto tra società e politica. Un successo che diventa modello da seguire. Quando il mondo civico si incontra con quello politico rispettandosi reciprocamente, anche a Foligno, per esempio c’è stato comunque un grande risultato. La sfida è questa, la politica non deve più essere chiusa”, è l’analisi del deputato dem Walter Verini. “Una gioia immensa aver espugnato Perugia. Il Patto avanti si è dimostrato una scelta vincente, ci auguriamo possa essere un laboratorio nazionale per far sì che all’interno di una visione comune si possa realmente creare una idea di società diversa, più giusta, è soprattutto un modello di governo efficace per i nostri territori.
Ora arriva la sfida grande, riuscire a far sì che tutto questo funzioni e abbia capacità di governo e soprattutto nei fatti chiaramente abbiamo dimostrato che la destra non è più invincibile e anche a novembre saremo in grado di riprendere la Regione. Le civiche hanno eroso voti al M5s? Conta vincere, imprimere questa nuova linfa, e mettere a sistema una nuova idea di governo” dice raggiante Thomas De Luca, coordinatore regionale dei pentastellati. “A Perugia abbiamo riportato una grande vittoria. La città ha dimostrato una grande libertà sia al momento di scegliere una candidatura condivisa da parte della coalizione, senza spiaggiarsi su schemi già provati in passato e perdenti, e senza accettare imposizioni da fuori. Abbiamo scelta una candidatura forte, capace, autorevole, sottoposta a campagna di odio e denigrazione che la città a rifiutato. In tutti i Comuni dell’Umbria abbiamo riportato risultati positivi in tutti i comuni. Oggi si è chiuso un ciclo politico, se ne apre un altro dove saremo protagonisti. Anche nei prossimi mesi. Questo grazie al nuovo gruppo dirigente, alla capacità di fare scelte autonome, non ci sono più i professionisti della sconfitta, niente più regali alla destra, si vuole tornare a vincere con determinazione e coraggio”, spiega nel punto stampa Tommaso Bori, segretario regionale del Partito democratico.“Con il senno del poi è tutto facile. Ci tengo a ringraziare Margherita Scoccia per il grande impegno, così come tutti i candidati e volontari che si sono impegnati al massimo in tutto il territorio. Abbiamo ancora tante proposte da portare avanti.Regionali? Ogni competizioni elettorale ha il suo racconto, prima faremo le valutazioni di queste comunali” il commento, stringato, in diretta televisiva su Umbria Tv del sottosegretario e coordinatore di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco. “Soffia un vento di cambiamento in Umbria, un chiaro avviso di sfratto alla destra dopo anni di malgoverno. I cittadini a Perugia hanno scelto le competenze, un progetto concreto di rilancio, un’energia nuova: congratulazioni e buon lavoro a Vittoria Ferdinandi, prima sindaca della città, l scrive sui social la vicepresidente della Camera Anna Ascani.“Quella di Perugia è una sconfitta netta. Il centrodestra deve ripartire cercando la strategia migliore per poter già ragionare sulle regionali di autunno-inverno. La sinistra quando si compatta trovando un candidato credibile in Umbria è molto insidiosa perché è a maggioranza. Basta vedere i risultati delle europee: sommando tutto il campo largo era avanti al centrodestra. Adesso dobbiamo essere consapevoli del risultato, voltare pagina rapidamente e cercare di concentrarci sulle regionali”, l’analisi schietta di Marco Squarta (Fratelli d’Italia), neo eletto nell’Europarlamento.
(hanno collaborato Alessandro Antonini e Claudio Sampaolo)

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