A BASTIA UMBRA UN’ALTRA TRUFFA DEL FINTO CARABINIERE MA QUELLI VERI TROVANO SUBITO LE AUTRICI DEL COLPO

BASTIA UMBRA Era un pomeriggio qualunque nella casa di un 78enne. Il telefono ha squillato, e dall’altra parte una voce concitata ha spezzato la routine. L’uomo ha ascoltato poche parole, ma sufficienti a farlo sprofondare nell’ansia: un suo familiare, diceva l’interlocutore, era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. Serviva denaro, subito, per evitare «conseguenze penali». Da quel momento, tutto è accaduto in modo rapido e ordinato, come in un copione già scritto. La voce al telefono, presentandosi come un operatore delle forze dell’ordine, ha spiegato che un incaricato sarebbe passato a ritirare la somma necessaria. L’interlocutore parlava con sicurezza, alternando toni rassicuranti e decisi, e l’anziano non ha avuto motivo di dubitare. Poco dopo, una giovane donna si è presentata alla porta dell’uomo. Con modi sicuri e parole misurate, ha confermato ogni dettaglio della telefonata, mostrando di conoscere nomi e particolari della presunta emergenza. L’anziano, spaventato e convinto di agire per il bene del proprio congiunto, ha consegnato 4.500 euro in contanti e diversi monili in oro, custoditi con cura per anni. Solo più tardi, le parole sentite al telefono hanno iniziato a suonare stonate. La paura si è trasformata in dubbio, e poi in consapevolezza. L’uomo si è rivolto ai carabinieri di Bastia Umbra, raccontando ogni particolare di quella giornata che, in poche ore, aveva dissolto i risparmi di una vita. Le indagini sono scattate immediatamente. I militari hanno raccolto elementi, visionato immagini, ascoltato testimoni. Tassello dopo tassello, hanno ricomposto il percorso delle sospette, fino a individuare tre giovani donne: due ventiduenni di origine campana e una diciannovenne di nazionalità ucraina. Tutte sono state denunciate per truffa aggravata in concorso. Secondo quanto ricostruito, le tre avrebbero agito con il cosiddetto “metodo del finto operatore”, una delle varianti più insidiose delle truffe telefoniche che hanno come bersaglio soprattutto le persone anziane. Il meccanismo è semplice ma psicologicamente efficace: chi chiama si finge appartenente a un corpo di polizia o a un ente pubblico, evocando situazioni di emergenza per spingere la vittima a consegnare denaro o gioielli necessari a risolvere la questione. Spesso, l’intera operazione si svolge in pochi minuti: una prima voce crea l’allarme, un’altra conferma la storia, e infine qualcuno bussa alla porta per raccogliere quanto promesso. L’inganno si regge sulla fiducia e sulla paura. Ma questa volta è finito male per i truffatori.
Massimiliano Camilletti

Loading

comments (0)

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.