Tra le posizioni della Diocesi e dei Ds, tra le prospettive della parrocchia e una visione urbanistica
BASTIA — Il confronto con il vescovo diocesano monsignor Goretti (nella foto) per chiarire gli obiettivi del Piano urbano complesso «San Marco», già adottato dal consiglio comunale prima delle elezioni amministrative, ha convinto il gruppo consiliare Ds ad uscire allo scoperto. Il documento della Quercia, pur confermando il valore strategico del Piano urbanistico per collegare meglio i quartieri di XXV Aprile e S.Lucia, ipotizza modifiche sostanziali. Il Piano pubblico-privato, impostato da tecnici comunali e della Diocesi, era stato votato a larga maggioranza, con i Ds in prima fila a sostenerlo. Ora, che si deve compiere un ulteriore passo avanti con l’esame delle osservazioni, il gruppo consiliare Ds uscito dalle urne a giugno intende riesaminarlo alla luce di quanto chiarito dal vescovo, il quale ha spiegato che la priorità per la comunità cattolica è la costruzione della chiesa di San Marco, per assicurare un futuro alla nuova parrocchia e la disponibilità di spazi adiacenti per salvaguardare possibili necessità connesse. I Ds, dunque, confermano la volontà di prevedere la chiesa e gli spazi ad essa connessi, la nuova scuola elementare, una palestra e «un sistema di spazi verdi che consenta di integrare il nuovo plesso scolastico con la scuola materna esistente». Non si parla, invece, dei volumi adiacenti alla chiesa, i cosiddetti «stecconi» destinati probabilmente a scomparire, mentre andrà modificato il sistema della viabilità, che, sempre secondo i Ds, dovrà comprendere infrastrutture viarie adeguate, parcheggi, una pista ciclabile e una zona pedonale. Per garantire una partecipazione equa all’autofinanziamento del Piano di tutti i comparti a destinazione residenziale, i Ds suggeriscono di farlo attraverso Piani attuativi che puntino a qualità e funzionalità. Inoltre, la residenza protetta va prevista e realizzata, secondo la Quercia, «con interventi che qualifichino ulteriormente il Piano».
m.s.
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