Critiche alle proposte di Ansideri
BASTIA UMBRA (al.ga.) – “Il tono dell’assemblea convocata dal sindaco Ansideri è stato moderato rispetto a quello del dibattito politico, ma di fatto o si accettano le condizioni dell’amministrazione comunale o si restituiscono le chiavi dei centri sociali”: è questo il punto di vista dei rappresentati del circoli Arci delle strutture pubbliche dei quartieri bastioli di Cipresso, XXV Aprile, e Borgo I Maggio circa l’occasione di confronto che il primo cittadino ha voluto creare per discutere non solo dell’ordinanza emanata per vietare l’utilizzo della macchine da gioco new slot nei centri sociali, ma anche per individuare il percorso per migliorare la funzione degli stessi nei confronti della cittadinanza. “L’assemblea di lunedì 26 luglio ha visto il sindaco abbandonare i forti toni perentori per far mostra della veste mite di buon padre di famiglia e stimato professionista. Ansideri ha utilizzato un clima apparentemente amichevole per ribadire la contrarietà del suo governo nei confronti del gioco legale dello Stato, per arrivare a dire che il provvedimento di divieto dovrebbe solo iniziare dai centri sociali, per poi estendersi a bar, sale da gioco e circoli privati. A noi è parso che, in realtà, nel corso dell’assemblea è stata ingiustamente screditata la campagna d’informazione fatta da Laura Felicioni del circolo sociale di Borgo I Maggio, accusata di aver dichiarato inesattezze, addirittura spinta da velleità politiche, quando, invece, la Felicioni ha semplicemente agito per riaffermare la nostra libertà di autoregolamentazione. I toni sono si più moderati ma o si accettano le condizioni comunali o si restituiscono le chiavi; si parla di new slot (cavallo di troia della campagna rieducativa dei centri sociali) ma non si parla del divieto di attività commerciali all’interno dei circoli e della gestione in capo a terzi delle strutture, condizioni che se sussistenti comportano il recesso dalla convenzione da parte del Comune così come dichiarato da Filippo Longetti, coordinatore comunale del Pdl”.

Corriere-2010-07-29-pag21

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comments (4)

  • Il fatto è che Filippo Longetti conosce il Diritto Commerciale, e i rappresentanti dei circoli Arci, no ( o fingono). Visto che a scuola non ve l’hanno spiegato, rimedio subito: vendere caffè, bibite e pizzette, non è essere un’impresa commerciale ai sensi dell’art. 2195 Codice civile, soggetta all’obbligo di iscrizione al registro delle imprese, alla tenuta dei libri obbligatori e sottoponibile a fallimento. Se si gestisce in proprio. Se invece si da in gestione a terzi viene meno la ragione del trattamento fiscale privilegiato di cui godono i circoli, che vorrebbero botte piena e moglie ubriaca.

  • tutto l’accanimento che è stato offerto in questi giorni ad uso e consumo dei lettori, dei cittadini, dell’opinione pubblica locale e nazione è avvilente. mi suonano ancora nelle orecchie le parole riportate in un articolo pubblicato su vivere assisi dove la redattirce scrive in relazione al dibatitto sui centri sociali: ” forse perché c’è davvero qualche altro interesse dietro, qualcosa che viene taciuto alla cittadinanza, alla quale viene gettato negli occhi il fumo provocato da battaglie demagogiche. E nemmeno tanto coerenti.”. La domanda viene spontanea trattamento fiscale agevolato o meno…ricordiamoci tutti che i centri sociali rappresentano comunque un pezzo di storia di ogni cittadina…

  • Non capisco tutto il gran parlare attorno al caso “macchinette”. Se i locali sono di proporietà comunale, il Comune ha diritto a dettare regole per il loro utilizzo. Potrebbe dire, per esempio, che le tovaglie dei tavoli non possono essere a fiori, che i bicchieri non devono essere di plastica, che non devono entrare i cani nei cortili e anche che non ci vuole le new slot e che i bar devono essere gestiti direttamente dal circolo.
    Dove starà il problema? Forse ci sono interessi economici prevalenti sulle funzioni sociali dei circoli?
    Smettete di parlare delle macchinette, che a Bastia ci sono problemi più seri!

  • I gestori che con tanto accanimento si rifiutano di accettare le disposizioni dell’amministrazione, hanno fatto una scelta: HANNO DECISO DI CHIUDERE.
    Non raccontiamo FAVOLE, in ambienti Comunali dove lo scopo è il Sociale e l’aggregazione, cosa pensano di educare e socializzare facendo sfogare ogni tara negativa di “personaggi” drogati dal gioco,… chiedetelo ai familiari di chi gioca se sono soddisfatti.

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