>>>ANSA/TRAGEDIA NEL MARE DI GROSSETO.MUOIONO 3 SUB,UN ALTRO SOCCORSOFabio Giaimo, di Perugia, stroncato all’improvviso. Deceduti anche Enrico Cioli e Gianluca Trevani, di Bastia, che tentavano di soccorrerlo. Salvo un quarto

di Stefano Straccali
GROSSETO – Una strage.Tre morti,un quarto scampato all’acqua maledetta.L’immersione di gruppo alle isole Formiche, nel tratto di Tirreno che costeggia la costa toscana in provincia di Grosseto,è stata un tuffo nelle lacrime e nel dolore.Ieri mattina da Talamone sono partiti in undici, tutti umbri.
Arrivati con tanto di istruttore al seguito, hanno contattato i responsabili dell’Abc Sub Talamone chiedendo di essere accompagnati alle isole Formiche.Hanno trovato posto sulla Emery Island e sono salpati verso il largo. Ma tre di loro non ce l’hanno fatta, i più esperti: Fabio Giaimo, 57enne noto anestesista perugino;
Gianluca Trevani,35 anni,di Bastia Umbra; ed Enrico Cioli, 37 anni anche lui di Bastia Umbra, sono deceduti nelle vicinanze dell’isolotto più grande. E’ finito in ospedale e subito dimesso invece Marco Barbacci, 35 anni, artigiano.Secondo la prima ricostruzione,una volta arrivati alle Formiche tutti gli undici umbri si sono immersi. Sette avrebbero dovuto sostenere un esame per conseguire il brevetto.Giaimo, Trevani, Cioli e Barbacci,
invece, già brevettati e abilitati alle immersioni fino a 70 metri di profondità,hanno deciso di staccarsi dal gruppo ed effettuare un’immersione per conto proprio. In acqua però è successo il dramma.Dal racconto dello stesso Barbacci,ascoltato dagli inquirenti una volta dimesso dall’ospedale Misericordia di Grosseto, la Capitaneria di Porto ha potuto appurare che il 35enne durante l’esplorazione dei fondali ha visto Giaimo toccarsi il petto e fargli cenno come per chiedere aiuto.Barbacci lo ha raggiunto e lo ha aiutato a risalire verso la superficie, ma a circa cinque metri dal pelo dell’acqua Giaimo ha perso i sensi.
Probabilmente è deceduto in quell’istante, stroncato da malore.Un infarto, verosimilmente,anche se solo l’autopsia potrà fornire certezze.
Barbacci a sua volta ha accusato un lieve malore per la risalita troppo veloce.Ma è stato in quei frangenti che Trevani e Cioli, vedendo gli amici in difficoltà, si sono mossi per aiutarli.Forse hanno accelerato i tempi della risalita e questo potrebbe essere stato fatale.Forse, è un’altra ipotesi, hanno accusato il malore solo una volta risaliti in superficie.Gli altri componenti del gruppo avrebbero raccontato di aver visto i quatro “pallonare”,ovvero risalire tutti insieme.E in effetti la stessa Capitaneria di Porto Santo Stefano,dopo aver ricevuto intorno a mezzogiorno il primo allarme per un malore in mare,nei minuti successivi si è ritrovata con il centralino impazzito per il moltiplicarsi delle richieste di
intervento. Purtroppo per Giaimo,Trevani e Cioli non c’è stato nulla da fare.Quando sono arrivati i soccorsi erano già morti. Barbacci invece è stato trasferito su un gommone con a bordo un infermiere specializzato e, una volta riportato a riva, è stato trasferito in ambulanza all’ospedale di Grosseto.Le sue condizioni, giudicate inizialmente gravi, si sono poi evolute positivamente, tanto che per il 35enne non è stata neppure necessaria la camera iperbarica ed è stato dimesso poco dopo l’arrivo al Misericordia.Il corpo di Cioli è stato sbarcato a Porto Santo Stefano e trasferito poi all’ospedale di Orbetello, mentre le salme di Trevani e Giaimo si trovano all’obitorio di Grosseto.Toccherà adesso alla procura di Grosseto, competente per territorio, chiarire ogni aspetto del dramma.

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