IL NUMERO DUE DELLA GIUNTA FORMALIZZA LE DIMISSIONI
BASTIA UMBRA — «ALEA iacta est», il dado è tratto per Rosella Aristei (nella foto) che, passando direttamente per il protocollo del Comune, ha formalizzato mercoledì scorso le dimissioni dalla Giunta, sia come vicesindaco che come assessore all’istruzione. Una novità assoluta e imprevedibile? Non proprio, perché il suo rapporto con il sindaco Stefano Ansideri è stato piuttosto difficile, sin dalla campagna elettorale del 2009, quando la mediazione tra i due era garantita del consigliere regionale Pdl Massimo Mantovani. Più di recente la battagliera Rosella aveva chiesto e ottenuto riunioni apposite della maggioranza di centrodestra per denunciare che la guida del Comune di Ansideri sarebbe tutt’altro che collegiale. Sembrava che nelle due riunioni, tra luglio ed agosto, si fossero esauriti i motivi del contendere, anche per il licenziamento dall’urbanistica dell’assessore Luca Livieri, in quota Pdl, sostituito da Francesco Fratellini dello stesso partito. Che cosa ha scatenato proprio ora l’irrevocabile rinuncia? «Il fatto – spiega la stessa Aristei — che alle mie richieste in Giunta il sindaco non dà mai risposte. L’attuale gestione è una sorta di dittatura, anzi peggio, se come testimoniato ormai da mesi il sindaco fa della gestione comunale una questione di sua esclusiva competenza. All’ennesima minaccia da lui pronunciata ‘se non vi va posso dimettermi e quindi tutti a casa’, mi sento di rispondere che sono donna libera ed emancipata e non costretta a vivere di politica». Il fattore scatenante sarebbe l’ennesimo scontro sul bilancio, con un altro ‘no’ del sindaco alle richieste del suo vice. Irritata anche perché, nonostante l’incarico, Ansideri non la sceglie quasi mai per sostituirlo in pubbliche manifestazioni. E’ subito partita l’azione dei ‘pompieri’, il solito Mantovani e alcuni assessori, ma Rosella è rimasta ferma, senza rispondere al cellulare. Il capogruppo delle liste civiche, Adriano Brozzetti, ha chiesto un incontro di maggioranza per porre sul tappeto il problema politico.
Massimo Stangoni

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