Nel piano di salvaguardia, se le ospedalizzazioni superano i 440 casi, è prevista la requisizione di alcuni immobili

PERUGIA Il piano di salvaguardia contro l’emergenza Covid, nel caso in cui si verificasse lo scenario peggiore rispetto alle proiezioni,prevede anche la requisizione di grandi edifici per allestire nuovi posti letto. Tra queste secondo la Prociv sono state individuate la palazzina ex Milizia, di proprietà dell’Ater, pensata per il centro sulle staminali, a Terni, e l’Umbria Fiere di Bastia Umbra già opzionata a marzo per il collaudo dell’ospedale da campo. Quest’ultima struttura, fa sapere il presidente del centro, Lazzaro Bogliari ,ha già dato la sua disponibilità. Ater fa sapere che farà “quanto richiesto dalla Regione, con la quale ha sempre collaborato”. C’è anche l’ex clinica Porta Sole, in centro a Perugia. In base alle elaborazione effettuate lunedì 26 ottobre, in Umbria si prevede nella peggiore delle ipotesi – lockdown leggero ossia blocco del 40% delle attività quotidiane – un picco di ricoveri a metà novembre con 441 degenti, di cui 90 in terapia intensiva. Ecco la necessità di trovare subito altri posti sui 403 esistenti a martedì, rispetto ai 356 già occupati a ieri. Questo è stato spiegato già martedì, quando il piano è stato annunciato in Regione in con la presenza del nuovo consulente Guido Bertolaso. La nuova conformazione prevede dunque 380 posti letto riservati ai pazienti acuti, cioè coloro che hanno bisogno di essere ricoverati in un reparto ospedaliero. Di questi posti, 74 sono di terapia semi -intensiva. Poi ne vengono previsti 118 da riservare ai pazienti post-acuti. Non ultima la questione delle terapie intensive: martedì in Umbria, delle 127 che la Regione si dice in grado di allestire
in pochissimo tempo, erano attivate 104. A ieri quelle occupate da pazienti Covid erano 49- Percentuale di occupazione del 47%. La soglia critica per il ministero è il 30%. Ma su questo indicatore è critico Andrea Crisanti, il microbiologo dell’università di Padova che prima di diventare uno degli esperti più quotati sul fronte Coronavirus, lavorava a Perugia. “La percentuale dei letti occupati in rianimazione”, ha spiegato Crisanti in audizione al Senato, “introduce un effetto distorsivo nel sistema, perché di fatto chi ha più letti permette all’epidemia di correre di più. Supponiamo di avere due regioni con lo stesso numero di abitanti e numero di letti di rianimazione diverso: succede che chi ha meno letti in rianimazione di fatto scatta immediatamente con i meccanismi di controllo perché raggiunge la soglia più rapidamente e paradossalmente è più in grado di controllare l’epidemia sul campo di coloro che hanno più letti. Probabilmente – ha osservato – gli indicatori più validi dovrebbero essere quelli che tengono in considerazione la densità di popolazione e la percentuale di positivi”.Sul fronte Covid hotel rispetto alle 22 manifestazioni di interesse arrivano anche altre disponibilità: due importanti strutture a Todi e Terni. E ci sono anche gli agriturismi. Ale.Ant.

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