Parla Fabrizio Soro, il presidente dell’associazione allevatori Umbria Marche: “Bilancio estremamente positivo. Abbiamo portato razze prestigiose a Bastia”

“Abbiamo portato ad Agriumbria l’eccellenza delle razze di bovini da carne italiane, a iniziare da quelle a mantello bianco come la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica. Circa 500 capi di bestiame, comprese le altre prestigiose razze, che hanno affascinato gli oltre 80mila visitatori della rassegna zootecnica più importante del Centro Italia”. Lo dice il presidente dell’associazione allevatori Umbria-Marche, Fabrizio Soro, commentando così il bilancio di Agriumbria. Dopo i due anni di stop dovuti alla pandemia, una ripresa, quella dello scorso anno, che aveva lanciato chiari segnali di rilancio, la 54ma edizione di Agriumbria ha saputo riservare al sistema zootecnico del Centro Italia il ruolo da protagonista che merita. “L’associazione allevatori Umbria-Marche, insieme all’associazione italiana allevatori e a tutto il sistema allevatori ha voluto dare un valido contributo alla buona riuscita della rassegna –continua Soro – e i risultati ottenuti a un primo bilancio ci danno ragione. Anche il calendario convegnistico ha saputo attrarre sempre un numero significativo di partecipanti perché nella sua realizzazione, insieme allo staff di Agriumbria, abbiamo voluto toccare tutti i temi di stretta attualità che gravano sul settore anche delle bovine da latte, un segmento produttivo che nelle nostre regioni è molto circoscritto, ma nondimeno meritevole della giusta attenzione anche in funzione delle nuove normative introdotte come l’asciutta selettiva, che se da un lato sono finalizzate a una gestione più professionale e innovativa degli allevamenti, dall’altra richiedono all’allevatore quella attitudine al cambiamento che non è sempre facile accettare”. “L’Associazione Allevatori Umbria-Marche saprà accompagnare i suoi associati in questo nuovo percorso – sottolinea il presidente Soro – e gli incontri sul territorio che stiamo organizzando insieme alle iniziative in cantiere lo dimostrano”.
Ma.Pe.

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