Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Redazione,

scrivo queste righe come semplice rionale, animato dall’amore profondo per il Palio di San Michele, una festa che da 63 anni rappresenta il cuore pulsante della nostra comunità.

Quest’anno, durante la serata della Lizza, noi rionali abbiamo deciso di esprimere il nostro dissenso in modo silenzioso, civile e rispettoso: abbiamo esposto i nostri striscioni capovolti, trasformandoli in un messaggio simbolico rivolto a chi ha deciso le nuove misure di sicurezza.
Un gesto discreto, forse non compreso da tutti, ma carico di significato: non condividiamo scelte che riteniamo eccessive, sproporzionate e soprattutto ingiustificate.

In più di sei decenni di Palio non si sono mai verificati episodi gravi che potessero far temere per l’incolumità pubblica. Eppure, sono state introdotte restrizioni mai viste prima: transenne antipanico, controlli serrati e limitazioni tali da trasformare radicalmente l’atmosfera della festa.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, e le foto di questi giorni lo documentano in modo inequivocabile: la piazza, un tempo gremita e vibrante, è apparsa spoglia, divisa e svuotata; i vicoli, solitamente animati da attività di ristoro e socialità, sono rimasti insolitamente deserti.
Le persone hanno partecipato molto meno alla serata finale in piazza  rispetto agli anni passati.

Queste misure, adottate solo per il Palio di Bastia e in nessun’altra festa popolare dell’Umbria con la stessa rigidità, rischiano di danneggiare gravemente la manifestazione. Tutti parlano della necessità di riportare la gente nelle piazze per favorire la socializzazione, ma poi si mettono in campo regole che producono l’effetto contrario: allontanare le persone, scoraggiarle, togliere vita a un evento che è sempre stato un momento unico di partecipazione collettiva.

Il Palio vive grazie alla passione, al tempo e al talento che tanti giovani e volontari mettono a disposizione ogni anno.
Non possiamo permettere che decisioni discutibili ne snaturino lo spirito.

La nostra è stata, e vuole rimanere, una protesta silenziosa e garbata, ma chiara:

“Speriamo che chi di dovere possa ricredersi su queste scelte.”

Con rispetto,
Un rionale di Bastia

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