DOPING IN PALESTRA Agli arresti commerciante
di Erika Pontini
PERUGIA — Vendeva sotto banco sostanze dopanti e anabolizzanti al popolo delle palestre ma anche probabilmente prodotti come l’efedrina, un cosidetto precurose degli stupefacenti, utilizzato illegalmente anche da donne che vogliono restare in linea.
Ma Marco L. 35 anni di Bastia Umbria, titolare di due negozi che vendono integratori alimentari — uno a Perugia, zona stazione di Fontivegge, l’altro a Bastia — e conosciuto nell’ambiente come body builder, è stato arrestato (ai domiciliari) dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione.
E’ lui uno dei commercianti italiani finiti nella rete degli investigatori della salute nell’ambito dell’operazione «Titano 2» che ha portato all’emissione di quindici ordinanze di custodia cautelare, cinque in carcere per i vertici dell’organizzazione con sede in Emilia Romagna, e dieci agli arresti domiciliari.
Per Marco L., come per altri commercianti, le accuse sono una lunga lista. Dalla ricettazione al commercio di sostanze alimentari nocive alla somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, al commercio di precursori suscettibili d’impiego per la produzione di stanze stupefacenti e, in generale, commercio di sostanze medicinali di classe doping. Quindi vietate e vendute in nero.
Nel corso della stessa operazione i carabinieri del Nas dell’Umbria – comandato dal luogotenente Orazio Pellegrini – ha eseguito, insieme a militari dei reparti del territorio, 12 perquisizioni locali e personali a Città di Castello, Bastia Umbra, Perugia e Terni. Sono state così sequestrate diverse confezioni di specialità medicinali ritenute ad azione dopante, nonchè integratori considerati pericolosi per la salute pubblica.
Nel mirino sono finiti altri due uomini, indagati a piedo libero con l’accusa di aver venduto illegalmente le sostanze pericolose e trovati in possesso di prodotti fuorilegge. I provvedimenti — eseguiti in 35 province dal Gruppo Antisofisticazione e sanità di Roma e dal Nas di Parma – sono stati emessi dal gip del tribunale di Forlì Michele Leoni, che ha accolto la richiesta fatta dal pm Filippo Santangelo. Complessivamente sono stati impegnati 200 militari dei Nas e altrettanti carabinieri dei comandi territoriali dell’Arma e impiegati oltre 150 mezzi.
L’organizzazione aveva la sua base operativa principalmente in Emilia Romagna, ma operava su quasi tutto il territorio nazionale. E in Olanda, Inghilterra, Australia, ma anche negli Stati Uniti, si riforniva clandestinamente dei principi attivi ad effetto anabolizzante o inclusi nella lista delle sostanze il cui impiego è considerato doping. Le sostanze vietate venivano poi commercializzate in Italia, attraverso la complicità di titolari di negozi di integratori e di palestre. L’organizzazione commercializzava — hanno sottolineato gli investigatori — illecitamente anche l’efedrina, che fa parte dei cosiddetti precursori, sostanze che vengono impiegate per la produzione di stupefacenti.
«L’assunzione delle sostanze dopanti sequestrate, in modo indiscriminato e senza alcun controllo medico, anche da parte di inconsapevoli giovani – sottolinea il
comandante del gruppo Antisofisticazione di Roma, tenente colonnello Marcello Galanzi – può causare gravi patologie a dispetto di temporanei e velleitari vantaggi estetici e sportivi».
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