I funerali sono stati celebrati nel duomo di San Lorenzo a Perugia e al Centro fiere di Bastia Umbra
Il cordoglio-I negozi del centro storico di Bastia hanno rispettato il lutto cittadino e sono rimasti chiusi per la durata delle esequie
di LUCIA PIPPI e UMBERTO MAIORCA
PERUGIA – Il feretro è al centro della navata, coperto da una casacca tessuta in Malawi, in verde e oro. In prima fila i familiari di Fabio Giaimo, gli amici e i colleghi.Il “doc”, come lo chiamano gli amici del club Thalassa, è morto domenica scorsa durante un’escursione subacquea alle isole Formiche, davanti ad Orbetello e Talamone. Don Mario Stefanoni guida il Rosario prima del rito funebre e ricorda il parrocchiano, l’amico: «Sei stato strappato all’affetto dei tuoi cari troppo presto». La cattedrale di San Lorenzo è gremita di amici e conoscenti, di colleghi. Tutti a dare l’estremo saluto al medico, ad «un uomo buono, è vero quando si dice che se ne vanno sempre i migliori» ricorda una collega visibilmente commosso. «Fabio merita la stima e l’affetto che testimoniate con la vostra presenza. Merita la vostra amicizia e le nostre preghiere – esordisce il cardinal Bassetti nella sua omelia funebre – Ci hai lasciato troppo presto, avevamo tutti bisogno di te. Ci mancherà il suo sorriso e il sostegno come uomo e come medico. Ci mancherà quel suo sapersi fare tutto a tutti. Quanti dolori hai alleviato con la tua opera e quante persone hai aiutato in Malawi, con i bambini e gli anziani dell’Africa, come ti impegnavi nella formazione dei medici e degli infermieri. In una società egoista tu eri un amico sincero che sapeva condividere il dolore degli altri. Eri una spirito limpido come il mare che ti ha inghiottito. Ti accolga iI Signore in Paradiso, accompagnato da Maria».
Il figlio del medico scomparso, a fine celebrazione, ha letto un brano di Martin Luther King: «Non avrò denaro da lasciare dietro di me. Non avrò le
cose belle e lussuose della vita da lasciare dietro di me. Ma io Voglio avere soltanto una vita impegnata da lasciarmi alle spalle. Ed è
tutto quel che volevo dire. Se riesco ad aiutare qualcuno mentre passo, se riesco a rallegrare qualcuno con una parola o con un canto, se riesco a mostrare a qualcuno che sta andando nella direzione sbagliata, allora non sarò vissuto invano. Se riesco a fare il mio dovere come dovrebbe un cristiano, se riesco a portare la salvezza a un mondo che è stato plasmato, se riesco a diffondere il messaggio come il Maestro ha insegnato, allora la mia vita non sarà stata invano». E poi ha ricordato che il padre gli ha «insegnato tante cose, cercherò di utilizzarle al meglio». E nipote Edoardo ha letto una poesia per ricordare lo «zio che è stato come un padre».
Dopo il saluto degli amici è salita sul pulpito la vedova. Poche parole per dire «grazie, tenetelo vivo in voi. Agli amici chiedo di essere felici perché avete due matrimoni nei prossimi giorni, siate felici anche per lui». Poi l’abbraccio intenso con don Bruno Raugia, missionario perugino in Malawi, tornato appositamente per il funerale. Il cardinale Bassetti ha voluto ricordare nella preghiera anche Gianluca Trevani ed Enrico Cioli .

 
Per gli altri due sub, infatti, le esequie si sono svolte nel pomeriggio a Bastia Umbra, città in cui entrambi vivevano. La chiesa di San Michele Arcangelo, la principale della città, però, non sarebbe bastata per accogliere il grande numero di persone che ha deciso di stringersi attorno a famigliari e amici per l’ultimo saluto ai due sfortunati ragazzi. Per questo motivo, all’ultimo momento, le esequie sono state trasferite al Centro congressi di Umbriafiere, dove già era stata allestita la camera ardente. Tante le persone che, comunque, per mancanza di spazio hanno dovuto seguire la cerimonia dall’esterno. Non è mancato nessuno tra gli amici dei due giovani sub. C’erano anche i membri del gruppo nuoto della piscina comunale di Bastia, che entrambi frequentavano. Ma, soprattutto, c’erano tante persone che con loro avevano vissuta momenti di allegria e che cercavano di ricordarli proprio raccontando aneddoti che li avevano visti protagonisti. Un lutto che appartiene ad una città intera, quello di Bastia Umbra, dove ieri pomeriggio, come deciso dal sindaco Stefano Ansideri con la proclamazione del lutto cittadino, i negozi hanno tenuto la serranda abbassata per tutta la durata dei funerali.
««Gianluca, Enrico ed il loro amico -ha detto monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, durante la sua omelia – sono morti mentre andavano alla ricerca di scoprire i segreti del mare. Di quel mare che nelle Scritture tanto spesso viene visto come pericolo ma che è anche portatore di acqua. Di quella stessa acqua che, sempre nei Testi sacri, é sinonimo di vita. Sono morti per seguire la loro grande passione, la loro voglia di conoscenza. E a noi resta il dolore della perdita. Sappiamo, però, che tutti e due sono vicini a Dio, al Creatore. Dobbiamo farci forza e andare avanti, senza dimenticarli, certi che un giorno ci rincontreremo nella Grazia». E il ricordo di Gianluca, Enrico e Fabio non svanirà tra chi gli ha voluto bene e li ha salutati con un lungo applauso al termine della cerimonia.

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