Il cantautore romano ha scelto il palco di Umbriafiere per inaugurare il tour
Un’ora e 45 minuti di spettacolo che ha avuto grande partecipazione di pubblico

di Andrea Pescari
BASTIA UMBRA La malinconia non sapeva cosa significasse leggerezza, fino a che – a cantarla -non è arrivato Franco 126.Addii, dubbi, rotture, paura di crescere e il passato che sembra non voglia lasciarti voltare pagina, sono i temi che Franco sviscera nei testi dei suoi brani. Grazie alla maestria da vero e proprio poeta contemporaneo nel trovare sempre le parole più adatte e a toccare le corde giuste, è stato in grado di trascinare con sé il pubblico, che ha cantato all’unisono -per un’ora e 45 minuti – con gli occhi lucidi, ma sempre con il sorriso stampato in viso. È proprio questa la forza del cantautore romano, che ha inaugurato giovedì 5 giugno il suo tour a Umbriafiere di Bastia Umbra, in occasione della prima data del Chroma Festival.Cerchi risposte? Problemi di cuore? Portafogli vuoto? A risolvere tutti i tuoi problemi ci pensa Franco 126, che ha portato sul palco della kermesse umbra gran parte del suo repertorio, pescando sia dall’album più recente – Futuri possibili – che dai progetti passati, come Multisala e il suo primo disco da solista Stanza Singola, ma non senza regalare ulteriori sorprese ai suoi fan. La scenografia ha incarnato a pieno l’anima del suo ultimo album: dalla sfera di cristallo al centro del palco alla macchina animatronica che predice il futuro, cabinato che spopolava negli anni ’80 e che, il cantautore, ha scelto di riportare in auge presentandolo a tutti come Zoltar… 126.Franchino ha aperto il concerto con Due estranei, uno dei brani – in collaborazione con Fulminacci – più ascoltati di Futuri possibili insieme a Nottetempo, che è stata proprio la seconda canzone scelta dall’artista, assistito sul palco da una band polistrumentista e molto affiatata che ha accompagnato il concerto con chitarre, basso, sassofono, piano e batteria.Sarà Zoltar 126 a intervenire più volte nel corso dell’esibizione e a invocare un tuffo nel passato che il pubblico ha apprezzato molto. Un viaggio nel tempo che ci riporta al 2018 e al celebre Polaroid 2.0, il joint album con Carl Brave. Franco quindi ha cantato prima Solo guai e poi Sempre in due, tracce simbolo del progetto.Franco 126 con i suoi blue
jeans (brano di Multisala che non poteva certo mancare) e gli immancabili occhiali da sole ha aperto ai suoi fan le porte di Roma,della sua Trastevere, dei 126 scalini del Tamburino dove è
cresciuto insieme ai suoi amici, molti di cui diventati colleghi e membri dell’amato collettivo romano Lovegang. Il cantante fin dalla prima nota ha goduto di una grande e appassionata partecipazione da parte del pubblico, tanto che il chitarrista – Pietro – ha scherzato: “Possiamo dirlo? Fino ad ora miglior pubblico del tour”.Tanti i siparietti tra il cantante e gli altri componenti della band, che – negli intermezzi tra un brano e l’altro – si sono lasciati andare spesso a simpatici botta e risposta. Come anticipato, il caldissimo pubblico del Chroma Festival ha avuto un ruolo molto attivo nel concerto, come ad esempio quando ha cantato la strofa di Gemitaiz nella hit Senza di me, per lanciare e lasciare spazio poi a Franchino. Ma sono tanti i momenti emozionanti e, molti, passano inevitabilmente per Stanza Singola. Dall’amato disco d’esordio da solista, Franco 126 sceglie San Siro, Nuvole di drago, Stanza singola (in cui canta anche la strofa di Tommaso Paradiso), Frigobar e la struggente Ieri l’altro, per poi chiudere il concerto con una doppietta micidiale. Sono Brioschi e Vabbè, le due canzoni con cui Franchino decide di salutare il
pubblico del Chroma.

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