L’ultima lite il 30 agosto, paura e feriti davanti alla discoteca
Già altre due chiusure per le violenze, nel 2021 e nel 2024
LA REVOCA DELLA LICENZA PASSAGGIO OBBLIGATO DOPO I TANTI EPISODI NEGATIVI
BASTIA UMBRA Il questore Dario Sallustio ha disposto la revoca della licenza di esercizio del Country Cafè a seguito di una lunga serie di episodi di disordine e violenza registrati tra settembre
2024 e agosto 2025, sia all’interno del locale che nelle aree circostanti. L’episodio ritenuto decisivo risale al 30 agosto, quando le forze dell’ordine sono intervenute più volte per sedare scontri tra gruppi che hanno portato a diversi feriti, tra cui due persone con fratture al naso, segnale concreto di una situazione ormai fuori controllo. Le indagini, coordinate dalla stazione dei carabinieri di Bastia Umbra e dalla divisione di polizia amministrativa della questura di Perugia, hanno fatto emergere un quadro critico. Il locale, secondo quanto accertato, era frequentato abitualmente da persone con precedenti penali, anche per reati legati al traffico di droga o alla violenza. Una realtà che, nel tempo, ha generato un clima di allarme sociale e un rischio per l’ordine pubblico. Il Country Cafè non era nuovo a questo tipo di situazioni.Nell’agosto e nell’ottobre 2021, e poi nel gennaio 2024, erano già stati emessi decreti di
sospensione temporanea dell’attività, in base all’articolo 100 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza). Tale norma consente la sospensione (o revoca) della licenza nei casi in
cui un locale diventi punto di ritrovo per soggetti pericolosi o teatro di ripetuti disordini. Quelle misure, tuttavia, non hanno prodotto effetti duraturi. Gli episodi si sono ripresentati, fino al culmine raggiunto quest’estate. Così, su proposta dei carabinieri, è arrivata la decisione definitiva del questore: la revoca della licenza. Una misura che tende ribadire che il funzionamento di un locale non può prescindere da una responsabilità verso la collettività. Quando viene meno questa fiducia, le autorità sono chiamate a intervenire. La difficoltà, per chi amministra e controlla, è trovare l’equilibrio tra libertà di svago e tutela del quieto vivere. Nel 2021 si consumò una maxi-rissa nel parcheggio esterno al locale: uno scontro nato da un alterco e degenerato in una violenza diffusa, con vetri rotti, lanci di sassi e numerosi feriti. Anche in quel caso il questore ordinò la chiusura del locale per trenta giorni. Più recente, invece, l’applicazione di
alcuni Daspo Willy a giovani coinvolti in altri episodi di violenza, che portarono all’interdizione di accesso al locale e alle sue aree limitrofe. Ma nemmeno queste misure si sono rivelate sufficienti per prevenire nuove tensioni. Oggi la revoca appare come l’ultima tappa di un percorso complesso, in cui sono stati tentati diversi strumenti, senza riuscire a garantire un ambiente sicuro e rispettoso. Il significato profondo del provvedimento va oltre l’atto amministrativo: chi gestisce uno spazio pubblico ha un ruolo sociale, deve offrire ai cittadini – soprattutto ai giovani – un luogo dove divertirsi senza paura. Il diritto al divertimento non può andare a scapito della sicurezza. E laddove quel diritto venga compromesso da comportamenti inaccettabili e ripetuti, le istituzioni sono chiamate ad agire per difendere la comunità.
Massimiliano Camilletti
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