ASSISI APPARTENEVA A LUIGI E TRENTO BRIZI: ELABORAVA DOCUMENTI FALSI  IN QUESTI giorni è stata trasferita la macchina tipografica che ha avuto la sua parte nella salvezza di tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, in particolare: Luigi e il figlio Trento Brizi realizzavano con essa i documenti che hanno consentito ai perseguitati di aver salva la vita. La macchina a pedale Felix, dal 1922, era collocata in un locale in via Santa Chiara, per anni e anni piccola tipografia, più di recente divenuto negozio di souvenir.

Nell’ultimo periodo i discendenti dei Brizi avevano ricevuto lo sfratto e, l’altro giorno, per lasciare libero il locale (di proprietà privata), la macchina è stata rimossa, al pari della targa che, collocata sopra la porta, ricordava la vicenda della salvezza degli ebrei in Assisi che trovarono rifugio anche nei conventi e nei monasteri di clausura. «Sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale di Assisi realizzi un progetto, da sottoporre per una eventuale condivisione all’attenzione della famiglia Brizi/Calderini, per far sì che la memoria dell’operato di Trento e Luigi, importante non solo per Assisi, non vada dispersa — dice Claudia Travicelli, consigliere comunale del Pd —. Potrebbe anche essere apposta, nei pressi della ex tipografia Brizi nella zona di Santa Chiara, una targa con lo stemma del Comune di Assisi in memoria di Luigi e Trento che ne ricordi il loro operato».
UNA VICENDA, quella della salvezza dei perseguitati, che tanto ha fatto parlare in virtù anche di pubblicazioni e pellicole. Di certo fu uno sforzo corale che vide tanti
protagonisti che, pur con ruoli diversi, hanno scritto una pagina gloriosa della città: dal vescovo Giuseppe Placido Nicolini a don Aldo Brunacci, da padre Rufino Niccacci a padre Michele Todde, dal comandante tedesco Valentin Muller al podestà Arnaldo Fortini, a Gino Bartali, sino a Luigi e Trento Brizi. «I locali che ospitavano la macchina — sottolinea ancora la Travicelli — furono il punto di partenza per la salvezza di tanti ebrei e, negli anni successivi, luogo di incontri e di lunghe chiacchierate con uno grande e vero spirito di amicizia da parte degli assisani con Luigi e Trento, poi continuate, con lo stesso spirito, fino ad oggi da Ugo Sciamanna».
Maurizio Baglioni  
 
 Nazione-2010-10-29-Pag16

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