Ivan Duque (candidato della destra estrema del “Centro democratico” e soprattutto dell’ex-Presidente Alvaro Uribe) è il nuovo presidente della Colombia avendo battuto nelle elezioni presidenziali del 17 giugno il candidato della sinistra Gustavo Petro.
E ora che succederà visto che Duque è nettamente contro gli accordi di pace stipulati, con la guerriglia delle FARC, dall’attuale presidente Juan Manuel Santos?

Dopo le elezioni colombiane dell’11 marzo per il Parlamento e quelle per il Presidente della Repubblica del 17 giugno (ballottaggio) è giusto provare ad analizzare il possibile futuro della Colombia.
A che punto sono gli accordi di Pace sottoscritti nel novembre 2016 dal presidente Juan Manuel Santos e dal generale dei guerriglieri delle FARC Timochenko?
Ad oggi poco più del 25% sono stati realizzati, una quota così bassa che molti combattenti delle Farc stanno riprendendo le armi anche per evitare di essere uccisi come è successo a decine di lideres sociali.
Se i risultati elettorali apriranno la strada ai oppositori degli accordi di Pace è evidente che tutto un processo di reinserimento nella vita civile e sociale si bloccherà, con conseguenze pericolose per l’intero paese.
Il Nobel per la Pace dato a Juan Manuel Santos, già discutibile perchè la pace si fa sempre con la volontà reciproca di tutti i contendenti, si dimostrerà inutile come le sue due visite ad Assisi, città della Pace.
Di questo parleremo e degli scenari futuri della Colombia con due professori dell’Università del Quindio, Rubèn Dario Pardo Santamarìa e Maria Leonor Morales Vasco, docenti del Programa Trabajo Social, che hanno organizzato a febbraio 2017 ad Armenia, all’Università, il 5° Forum Internacional de Noviolencia.

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