Il consiglio comunale ha approvato l’atto che autorizza la variante al piano di recupero urbanistico

BASTIA UMBRA Nella seduta di venerdì, il consiglio comunale ha approvato l’atto che autorizza la variante al Piano di recupero urbanistico dell’area Franchi, e in particolare lo schema di atto unilaterale d’obbligo con cui la società Prelios, titolare di una parte del piano urbanistico, si impegna a realizzare tutte le opere previste dalla variante adottata con la procedura di attuazione diretta condizionata ai sensi dell’art. 103,legge regionale 2 del 2015. L’argomento è stato illustrato dall’assessore alla pianificazione del territorio Francesco Fratellini, che ha ricordato che è la prima volta in Umbria in cui viene messa in pratica a Bastia Umbra la “procedura di attuazione diretta condizionata” prevista dalla normativa regionale. L’iter amministrativo del piano di recupero è arrivato a questo punto, che è un passaggio risolutivo,dopo la variante al piano,proposta dalla società Prelios, che è conforme al piano regolatore e alla convenzione vigente. La variante, che ha ottenuto il parere della conferenza dei servizi, consente il rilascio dei permessi a costruire anche del sottopasso ferroviario (con alcune prescrizioni fornite dall’Autorità di bacino del Tevere). In quest’ultimo caso, si tratta in particolare di un argine di sicurezza, che dovrebbe costare circa 500mila euro e che dovrà essere realizzato dall’autorità preposta alla sicurezza idraulica (dopo l’abolizione della Provincia di Perugia oggi tocca alla Regione Umbria). “La conferenza dei servizi ha dato il suo assenso – ha detto Fratellini – perché si è riusciti a dare una soluzione definitiva alla bonifica del sottosuolo che, a differenza della valutazione iniziale che indicava in 500 i metri cubi il terreno da asportare, ora si è arrivati a limitare quantità di terreno a non più di 80 metri cubi. Inoltre, la variante proposta dall’attuatore è migliorativa: prevede una diminuzione dei volumi all’interno dell’area sottoposta a vincolo paesaggistico, con la realizzazione di una palazzina in meno, e un’ulteriore limitazione delle altezze degli edifici”.

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